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Riprende quota la progettazione del recupero del teatro romano. E così dopo le feroci contestazioni sulla primja versione del progetto presentata dallo studio tecnico Bellomo, che aveva previsto la realizzazione di una copertura di vetro e acciaio dei resti di epoca imperiale, il Comune ha riavviato la procedura con un incarico destinato ad approfondire l'analisi sulle condizioni dell'area interessata dall'intervento. E così sarà l'indagine geologica commissionata dal comune a una ditta specializzata teramana a fornire le indicazioni necessarie alla rimodulazione dell'opera per la parte che riguarda la protezione dei reperti dalle conseguenze prodotte da inquinamento e agenti atmosferici. Tale tutela è stata ribadita dai funzionari della soprintendenza regionale nel corso dell'ultima riunione tenuta in Comune con il commissario Luigi Pizzi, i tecnici dell'amministrazione, i progettisti dello studio Bellomo e i rappresentanti del comitato promotore per referendum sul progetto da adottare per il recupero del teatro romano.La soluzione iniziale prospettata dallo studio palermitano incaricato della progettazione definitiva dell'opera, che prevede l'abbattimento della parte ancora in piedi di palazzo Adamoli e casa Salvoni per consentire il riutilizzo della cavea come spazio destinato a spettacoli con 300 posti, comportava l'allestimento di una copertura integrale che di fatto avrebbe escluso i reperti anche dalla vista esterna. 

Tutto questo non fermerà il referendum visto che il coordinamento dei comitati di quartieri e frazioni andrà avanti fino a quando non otterrà il risultato dell'avvio di un forum ed oggi, questo concetto sarà ribadito nel corso di una conferenza stampa a Teramo, nella sede del comitato. lo stesso comitato in una nota ha smentito di aver preso parte all'incontro.