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Scelta del nuovo presidente della Regione Abruzzo, da oggi si mette in movimento la macchina per le prossime elezioni. Luciano D'Alfonso non si è ancora dimesso, e non ha ancora ufficializzato la volontà di rinunciare allo scranno abruzzese per quello romano al Senato, ma il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, oggi convoca la Giunta per le elezioni per attivare l'iter che porterà all'accertamento delle condizioni di incompatibilità di D'Alfonso. I tempi, secondo il parere rilasciato dall'ufficio legale della Regione, ci sono tutti, e cominciano a decorrere dalla proclamazione degli eletti nella Camera interessata. Da quella data D'Alfonso ha 30 giorni di tempo per comunicare l'esistenza della causa di incompatibilità. Si deve avviare poi, l'iter alla Giunta per le elezioni del Consiglio regionale. E Di Pangrazio lo farà oggi, in anticipo di qualche giorno rispetto alla scadenza di legge. A questo punto la Giunta ha 5 giorni per notificare la contestazione al diretto interessato, che a sua volta, ha dieci giorni di tempo (dal ricevimento della contestazione), per presentare le controdeduzioni. Entro i 10 giorni successivi il Consiglio regionale delibera sulla relazione della Giunta. Se l'assise ritiene sussistere la causa di incompatibilità, il presidente invita immediatamente l'interessato a optare, nel termine di altri 5 giorni, tra il mandato alla Regione e quello in Parlamento. Se il consigliere (in questo caso il presidente D'Alfonso), non sceglie nel termine concesso, il Consiglio lo dichiara decaduto alla prima seduta utile. Una circostanza che determina lo scioglimento del Consiglio stesso «in virtù», scrive l'ufficio legale, «dell'inderogabile principio del simul stabunt simul cadent», espressione latina che si può tradurre con "insieme staranno, insieme cadranno". E a questo punto scattano gli ulteriori termini (tre mesi), per lo svolgimento delle nuove elezioni.