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La città di Teramo sta perdendo il suo ruolo di capoluogo di provincia. La mancanza di lavoro per i giovani ed i tanti disoccupati over 50 sono il risultato di una profonda crisi che attanaglia la città, ultima tra i capoluoghi abruzzesi per reddito pro-capite. Se a questo si aggiunge la precaria gestione dei servizi da parte dell'Amministrazione Comunale, il quadro del degrado appare definitivamente
disegnato in tutti i suoi principali aspetti. A tal proposito mi sia consentito di denunciare lo stato di abbandono che regna nei quartieri e nelle frazioni, ossia nelle parti più povere della città, anche a
motivo della inconsistenza della casse comunali, prossime al dissesto finanziario. Alcuni esempi elementari: le strade comunali sono una “groviera”, le are verdi sono praticamente impraticabili, l'illuminazione pubblica è assai carente, mancano i marciapiedi in alcune importanti strade per cui i pedoni sono a rischio incidenti, non vi sono spazi pubblici ove potersi riunire, gli alberi posti su vie comunali non vengono potati da svariati anni, i fossi ed i lati delle strade sono ricettacoli di immondizia, ecc. Tutto quanto viene dimenticato
dalla Pubblica Amministrazione, nel mentre le famiglie teramane, le attività commerciali e gli autonomi sopportano sempre più l’appesantimento del carico erariale. In questo ultimo decennio, benché gli eventi sismici, le opere pubbliche sono state totalmente dimenticate e quelle progettate e finanziate precedentemente si sono “impantanate” nella burocrazia. Le prossime elezioni amministrative sono un’occasione unica per un rilancio della città. Dobbiamo tutti augurarci che alla guida del Comune siano indicate personaggi autorevoli per progetti ed idee, accompagnati da persone attente al bene comune, che siano già state sperimentate come capacità manageriali in altri comparti. C’è bisogno di alte figure per competenza, per moralità ed impegno, che riavviino la città in un percorso di rilancio di un territorio troppe
volte abbandonato e ferito. Avverto tra i cittadini una voglia di partecipazione, sconosciuta in altri anni,
sopratutto attraverso Associazioni e Comitati di Quartiere, principali capisaldi, insieme ai partiti, di una democrazia partecipativa. Molta parte della città ha fiducia in un’inversione di tendenza; facciamo tutti la
nostra parte affinché un nuovo e diverso approccio sia possibile nella gestione
del bene comune nell’interesse sopratutto delle giovani generazioni.
Domenico Bucciarelli