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aterLe case popolari non sono concesse a chi si macchia di delitti di violenza domestica. E’ quanto prevede la legge n. 4/2018. La norma dispone che in caso di condanna, anche non definitiva, o di applicazione della pena su richiesta delle parti per i reati, consumati o tentati, contro la famiglia e contro la persona, il condannato assegnatario di un alloggio di edilizia residenziale pubblica decade dalla relativa assegnazione, le persone conviventi subentrano nella titolarità del contratto conservando così il diritto di abitazione. Una norma che mira a tutelare gli orfani e i coniugi superstiti vittime di violenze e reati domestici che fino ad oggi, oltre al danno della violenza subita, pativano anche la beffa dell’allontanamento in strutture protette, mentre l’abitazione restava nella disponibilità del reo. E’ un passo avanti nel nostro ordinamento civile e penale perché introduce una tutela reale della parte più debole dei nuclei familiari, come le donne oggetto di violenza da parte dei coniugi o i figli, minorenni o maggiorenni non economicamente autosufficienti, rimasti orfani di un genitore a causa di un crimine commesso dall’altro genitore. “ Se si considera che oltre la metà delle violenze contro le donne si consuma tra le mura domestiche per mano del coniuge o convivente, l’auspicio è che questa norma, oltre a sanzionare i comportamenti violenti, contribuisca a far mutare nella società italiana, in particolare tra le nuove generazioni, quella cultura del rispetto che è alla base di ogni pacifica convivenza”. “Dobbiamo salvare e riscattare tanti uomini che con fondono l’amore con il possesso e lo sfruttamento che spesso diventa violenza fisica e morale. Dobbiamo agire per rendere libere le donne che non lo sono”, attraverso un percorso di recupero, di riscatto attraverso la dignità del lavoro. Un percorso che dovrà impegnare tutte le strutture della CISL, deve essere oggetto di un convegno allargato con la presenza delle Istituzioni, Comune di Teramo e ATER, coinvolgendo anche il Vescovo di Teramo.


RESPONSABILE PROVINCIALE
ANTONIO DI BERARDO