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È con un patteggiamento a due anni per bancarotta da parte dell'imprenditore teramano Aldo Di Francesco, 57 anni, e del commercialista teramano Marco D'Ignazio, 55, che ieri mattina, davanti al gup Mauro Pacifico, si è chiusa la vicenda giudiziaria relativa al fallimento della società immobiliare Ladis Spa.

Scrive oggi il quotidiano Il Centro. Ai due imputati, difesi dagli avvocati Fabrizio Acronzio e Guglielmo Marconi e ai quali la Procura ha sempre attribuito ruoli diversi (Di Francesco amministratore di fatto, D'Ignazio di diritto), il pm Silvia Scamurra contestava di aver fatto fallire la società attraverso tutta una serie di azioni distrattive che andavano dalla cessione di un compendio aziendale ad alcuni prelievi effettuati sul conto della società fino alla cessione di quote sociali. Queste quote erano quelle di Fin Television, la società che deteneva l'emittente televisiva Teleponte: Ladis le aveva acquistate quando la tv passò da Malavolta a Di Francesco (che oggi, nell'attuale gestione in concordato preventivo di Teleponte, non ha più alcun ruolo), poi le aveva cedute a un'altra società e infine alla figlia di Di Francesco, Martina. Nell'inchiesta che ha portato i due a patteggiare era stata infatti indagata anche la figlia dell'imprenditore teramano, alla quale veniva contestata solo la cessione di quote sociali e che è stata prosciolta da ogni accusa perché ritenuta dal giudice troppo giovane (all'epoca dei fatti aveva 18 anni) per comprendere le complesse operazioni decise dal padre. L'inchiesta su Ladis - portata avanti dalla guardia di finanza - era partita dopo alcuni accertamenti fiscali condotti sulla società da parte dell'Agenzia delle entrate. Da quei controlli sono scaturiti altri procedimenti per reati fiscali a carico di Di Francesco e D'Ignazio.