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Per il varo della nuova giunta c'è tempo fino al 15-20 luglio. Il sindaco Gianguido D'Alberto utilizzerà tutto quello che la legge gli mette a disposizione per trovare l'assetto migliore tra nomi e deleghe. A sentire il primo cittadino non ci sono scelte già fatte, ne tanto meno ipotesi su numero e incarichi ai nuovi assessori.

Esclusa la composizione a nove, tanto contestata al suo predecessore Maurizio Brucchi quando era all'opposizione, D'Alberto sarebbe orientato a sei o massimo sette nomine.

Nella divisione tra le quattro liste che sostengono il nuovo sindaco, il maggior numero di posti andrebbe a "Insieme possiamo" e Pd che hanno raccolto il maggior numero di voti. Queste due si spartirebbero cinque posti, con l'eventuale aggiunta del ruolo del vicesindaco per la meno rappresentata in giunta, mentre le civiche "Teramo vive" e "Teramo 3.0" ne avrebbero uno a testa più la presidenza del consiglio.

Se così fosse i Dem porterebbero in giunta Simone Mistichelli o Marisa Pomanti, i primi due votati ma riferiti entrambi al commissario Sandro Mariani, a cui si potrebbero aggiungere Alberto Melarangelo e o Flavio Bartolini. Per "Insieme possiamo" in corsa ci sono Antonio Filipponi, Andrea Core, Luigi Ponziani e Graziella Cordone per due o tre posti. Quasi certa, invece, la designazione di Maria Cristina Marroni, prima di "Teramo 3.0", e di Valdo Di Bonaventura per "Teramo vive". Per i subentri in consiglio sono in pre-allerta Massimo Speca, Martina Maranella e Giovanni Befacchia del Pd, che nell'ordine saranno chiamati ad occupare i posti lasciati liberi dai due o tre nominati in giunta. La stessa proporzione vale per "Insieme possiamo" che di sicuro riporterà in consiglio l'uscente Francesca Chiara Di Timoteo, a cui si affiancherebbero in sequenza Dario Di Dario e Maria Rita Santone. Per "Teramo 3.0" il posto in consiglio verrebbe preso da Osvaldo Di Teodoro, mentre in quota "Teramo vive" entrerebbe Piergiorgio Passerini.