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diegodibonaventura
E alla fine... so' Diego, ti spiego. Con una "nota di replica", il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura, interviene  dopo 13 ore sul "caso Riccitelli". Per non dire nulla. Leggetela, la sua nota, poi la commentiamo. 


“Francamente non capisco perché l’assessore alla Cultura del Comune di Teramo senta il “dovere” così scrive, di intervenire sulle nomine della Provincia. Io da rappresentante delle istituzioni non ho mai sentito il “dovere” di intervenire sulle nomine di nessun Comune e forse alcune non sono piaciute nemmeno a me. Siamo rappresentanti di istituzioni non segretari di partito.
Alla Riccitelli sono sempre stati nominati due consiglieri provinciali: uno per la minoranza e uno altro per la maggioranza. In pieno stile manuale Cencelli. Io voglio cambiare questa storia: e ho detto che considerato il prestigio dell’ente morale e del suo direttore artistico vorrei nominare persone, professionisti, artisti della società civile perché è arrivato il momento che la politica si tenga lontano.
Quel che è più grave è che l’Assessore mi rivolge parole molto offensive sulla base di indiscrezioni e non di atti e dichiarazioni ufficiali che pure ci sono visto che il Consiglio è stato trasmesso in streaming e le mie dichiarazioni sono pubbliche tuttora disponibili. Ora, che lo facciano i giornalisti è anche comprensibile ma lui è un uomo delle istituzioni.
E di un’istituzione, il Comune di Teramo, che questa Provincia sostiene fortemente con numerosi contributi – pur non avendo più alcuna competenza e facendo certamente una forzatura rispetto ad una riforma che ci vorrebbe solo a fare asfalti e sistemare edifici pubblici – proprio a favore della la Cultura, delle Associazioni e delle Istituzioni Culturali.
Forse all’Assessore sfugge quanto la Provincia abbia contribuito alle manifestazioni teramane – tante – e che il progetto del Natale Teramano è nato in Provincia, è stato presentato a finanziamento dalla Provincia che ci ha anche messo 20 mila euro oltre al prezioso lavoro dei suoi dipendenti: ventimila euro messe in bilancio da me e non dalla passata amministrazione. All’Assessore sfugge, ancora, che da quando ci sono abbiamo impegnato circa 70 mila euro l’anno per le attività culturali e sociali. Quando farà lo stesso magari ne riparliamo. Per ora registro la violenza di un attacco molto poco istituzionale e molto poco giustificabile, che nasce da una strumentalizzazione politica, esclusivamente politica, tesa a colpire in difficoltà la mia persona e il mio ruolo. Me ne rammarico ma rassicuro tutti, anche la Riccitelli trascinata in questa bagarre: tutto, come accaduto ieri, avverrà in Consiglio Provinciale alla luce del sole”.

 

E ADESSO IL MIO COMMENTO

 

Quello che sembra essere l'unico interesse di Di Bonaventura, in questa replica non replicante, è mandare un messaggio all'assessore Andrea Core. Solo una rispostella piccata, in puro stile prima Elementare, tipo "tu dici che io ho tirato la cimosa, invece sei tu che nascondi le matite". Dialogo "alto" insomma. Temi, quelli della gestione della cultura a Teramo, che Core ha sollevato nel suo intervento e che Di Bonaventura  mortifica in una letteruccia senza spessore. Non si arriva neanche allo "scontro maschio" della politica, quello in cui per rivendicare chi ce l'abbia più lungo, almeno si sfodera qualche progetto, si assume qualche solenne impegno. No, il presidente della Provincia si limita alla banalizzazione delle banalizzazioni, la butta sulla "strumentalizzazione politica", lui che cercava di strumentalizzare la politica per far passare due nomine, che definisce non politiche, e che sono invece chiaramente ascrivibili l'una ad Italia Viva e l'altra a Fratelli d'Italia / Quagliariello. Su, su Diego... nun ce provà. Il gioco del distrarre l'attenzione, spostando l'interesse, è gioco che richiede capacità dialettiche che, nella nota del Presidente, sono del tutto assenti. Drammaticamente persa, com'è, nella sua ridondante banalità, cesellata di luoghi comuni.  Con una vera e propria perla letteraria, quel "Quando farà lo stesso magari ne riparliamo" rivolto a Core, che avrebbe meritato ben altra platea, come un bar di paese, un porticato del Corso, o la sua sede naturale: la poltroncina di un barbiere. Glisso, per non infierire, sul passaggio larvatamente offensivo nei confronti della categoria dei giornalisti,e prendo atto della mancata risposta del presidente alle mie domande e alle precisazioni della Riccitelli. E chiudo, con l'amara consapevolezza di essere destinato a vivere, anche, il momento in cui vedrò il presidente della mia Provincia, felice e raggiante, accogliere in una delle più importanti istituzioni culturali teramane, un personaggio che sta alla cultura teramana come io sto alla danza caraibica. Così, la Riccitelli potrà, grazie al fatto che "la politica si tiene lontana" (parola di Diego), avere nel cda il non vincitore di Sanremo.
So' soddisfazioni.

ADAMO

 

 

 

 

 

 

 

La foglia di fico è una rubrica di satira, di politica e di satira politica.