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La vita in sala parto ha la sua colonna sonora un “ tum-tum-tum-tum-tum-tum”, una nenia ipnotica a 140 battiti al minuto, che chi la sente anche una sola volta non la dimentica più, figuriamoci chi la ha nelle orecchie per una vita intera…

La vita in sala parto non e’ per tutti ma chi la sceglie ci farà a cazzotti per tutta la sua esistenza in un saliscendi di sentimenti altalenanti ma sempre totalizzanti e rimbalzanti dal “ non cambierei questo lavoro per nulla al mondo” al “chi me lo ha fatto fare a giocarmi le coronarie così “, perché la vita in sala parto e’ una messa in scena, una dicotomia commedia-tragedia che si intercambiano lo scenario da un momento all’altro.

Gli angeli della sala parto sono le ostetriche, creature mitologiche dedite al sacrificio; scrigni di racconti, segreti, aneddoti e confessioni che nemmeno i servizi segreti immaginano.

L’Ostetrica e’ madre e sorella, l’ostetrica e’ forza e dolcezza, silenzio e chiacchiera, un essere poliedrico capace di reinventarsi a seconda di chi ha di fronte, l’ostetrica e’ psicologa e pranoterapeuta, l’ostetrica conosce tutte le posizioni, anche più del kamasutra e se ne inventa anche di nuove all’occorenza.

L’ostetrica e’ l’anima più paziente che io conosca e questa dote io gliela ho sempre invidiata perché solo queste donne sono capaci di sopportare e supportare per così tante ore un momento come quello del travaglio e della nascita.

La vita in sala parto profuma di speranza, a volte di sudore, pipì e sangue.

Gli attori della sala parto, ostetriche, medici e infermiere devonoessere in grado di cambiare in un nanosecondo dal riso al “ presto correte tutti qui “e quando e’ così son dolori e che dolori!

Ricordo le parole di un collega romano “ entraci sempre come fosse la prima volta, non abbassare mai la guardia, osserva in silenzio ma sii pronta all’azione”.

La sala parto per chi la conosce davvero fara’sempre pauraperche’ non esiste un campo della medicina più imprevedibile dell’ostetricia e nemmeno uno da tenere il più lontano possibile e nei limiti del possibile  dalla medicalizzazione.

Quando scelsi la mia specializzazione non pensavo minimamente alla nascita, mi ci sono ritrovata dentro all’improvviso e ancora non saprei dire se mi sento nel mio acquario o un pesce fuor d’acqua: nel dubbio ci nuoto dentro da 18 anni e un “minimo” credo di sapermici muovere, o quanto meno me lo auguro.

La sala parto deve essere accogliente e le nostre lo sono, piene di colori, un cielo di stelle, la vasca, le liane e un campo di fiori alle pareti a ricordar chi troppo presto ci ha lasciati.

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Di sale parto ne ho viste tante ma alla fine sono tutte uguali, perché non e’ l’architettura a definirla ma l’atmosfera che ci si respira dentro.

Di Ostetriche ne ho conosciute tantissime, ma dalla prima all’ultima erano follemente innamorate del loro lavoro e delle millemila donne che negli anni hanno tenuto per mano.

Le notti in sala parto sono lunghe, notti di caffè per tenersi svegli, notti di grida e di “ basta non ce la faccio piu’” e “ ma si che ce la fai”.

La mattina noi siamo stravolti e bruttissimi, ci salutiamo di fronteall’ennesimo caffe’ ,“ che notte questa notte” e “ alla prossima e buon riposo”.

Nascere si nasce da soli nella maggior parte dei casi ma a noi, a noi della sala parto, ci hanno investiti di un ruolo: accompagnare al momento più unico al mondo e questo ci rende diversi da tutti gli altri… noi siamo quelli che salutiamo per primi i bambini e gli auguriamo il meglio, noi consegnamo al mondo nuove vite e nuove speranze, noi sentiamo il primo vagito, noi tagliamo il cordone e ci emozioniamo ancora .

“ Secondo una legenda talmudica, quando un bambino nasce,possiede la conoscenza di tutte le vite precedenti, un angelo appare e lo istruisce a mantenere questo segreto, pone un dito sulle labbra del bambino che dimentica tutto.

Una traccia del gesto dell’angelo rimane, il piccolo solco tra le labbra ed il naso,soltanto a quel punto il bambino può emettere il suo primo grido”

In ogni angolo della terra, in tutte le culture, c’e’ un momento unico ed universale , la nascita.

 

Alessia Di Ferdinando

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