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jokerIn queste ultime settimane il vero "must" per chi si reca a New York, non è andare alla Statua della libertà o all'Empire o al Moma.
Ma andare a fotografarsi sulla scalinata del Bronx, le "Joker stairs" in 1165 Shakespeare Avenue rese celebri dal ballo di Joaquin Phoenix che entrerà nella storia del cinema.

Sono andato a vedere Joker il 4 ottobre, il giorno della sua uscita, ero a Bari, avevo il pomeriggio libero e pioveva a dirotto.
Mi sono reso subito conto dei valenza estremamente politica e soprattutto rivoluzionaria di questo film.

Quando ero giovane, 40 anni fa, si guardava ad alcuni paesi del Sud e del Centro America -anche con un certo snobismo- come luoghi in cui la popolazione era nettamente separata in due parti.
Una classe sociale minoritaria di ricchi tesa sempre più ad accumulare ricchezza e privilegi e alla conservazione di essi, e una maggioranza di poveri ai quasi era precluso l'ascensore sociale e naturalmente il benessere economico.

Da noi, in Italia e in generale in Europa occidentale così non era 40 anni fa, l'ascensore sociale era ancora possibile, il benessere diffuso.

Oggi vediamo che anche il mondo occidentale si sta trasformando sempre più in quel che mezzo secolo fa avveniva solo in quelle parti del mondo che noi consideravamo sottosviluppate.

Lo vediamo anche nel piccolo della nostra città.

Pensiamo per esempio a come la conservazione del potere politico sia passata e passi attraverso la cessione del consenso di padre in figlio. Teramo è una delle città dei politici "figli di..", di qualunque parte politica essi siano.

Lo vediamo di riflesso in un governo nazionale "appiccicato con lo sputo" ove dal Presidente del Consiglio all'ultimo dei parlamentari (In particolare quelli di una certa parte politica) e dei boiardi di sottopolitica si fa di tutto per restare a galla e non perdere i benefici e i privilegi di uno status che oggi c'è e domani potrebbe non esserci più. E lo scrivo senza essere assolutamente tifoso o simpatizzante di quella parte politica che oggi sembra essere maggioranza nel paese e chiede il voto, ma è così.

Li vediamo a volte anche in giro nella nostra città, dei "parlamentari (o consiglieri regionali o comunali o assessori) per caso" parvenus della politica, aggirarsi quasi spaesati nei palazzi delle istituzioni, spesso assolutamente incapaci di un qualunque pensiero politico o amministrativo, senza nemmeno rendersi conto della bottadiculo che hanno avuto.

Torno a Joker.
Molti hanno lodato e hanno apprezzato tante scene splatter o di azione di quel film.

Io invece ho apprezzato in particolare una scena che secondo me è quella significativa.
Ovvero quando la dottoressa del servizio sociale comunica a Joaquin Phoenix l' interruzione del servizio di assistenza psichiatrica/psicologica.
Lui risponde "chi mi darà le mie medicine?".
E lei risponde "io dalla prossima settimana non ho neanche più un lavoro".

Ecco la valenza politica di quel film.
Il fatto che l' abbandono di una sempre maggior parte della popolazione a sé stessa -in nome del liberismo, di un welfare non attento ai più deboli, della non preoccupazione del "lasciare indietro"- non potrà che portare prima o poi ad una rivolta verso un mondo che si dirige in una parte sbagliata.

 

Joker ne è il simbolo: nelle manifestazioni di piazza di queste ultime settimane in tutto il mondo sono sempre più i manifestanti con la sua maschera.

In Cina il film non verrà distribuito, perché è ben chiaro alla produzione alla distribuzione l'effetto che potrebbe portare in un paese "normalizzato".

Meditiamo su quanti di noi, anche facenti parte di una classe media un tempo benestante e oggi sempre più impoverita, nei momenti in cui vediamo che il merito non porta a risultati come un tempo e che chi è al piano di sopra fa sempre di tutto per non farci salire, ci trasformeremo presto in novelli Joker.

Meditiamo, che forse l'ora della rivolta è più vicina di quel che sembri.

Piero Di Egidio

PIERODIEGIDIO