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fasciasindacoIn attesa di conoscere la nuova Giunta, Teramo scopre di avere già un nuovo Sindaco. È Lanfranco Lancione. Perché chi comanda sul Sindaco... è il vero Sindaco. E Lancione, con la sua minaccia di “fare il rivoluzionario”, sarebbe riuscito a costringere il Sindaco a cambiare idea e confermare l’assessorato di Sara Falini, nonostante l’imbarazzante mancanza di risultati della stessa Falini e l’assoluta inconsistenza palesata nella gestione di un assessorato importante come quello dei rapporti con le frazioni. Talmente strategico, che all’epoca del primo Sperandio, la delega andò al vicesindaco Gianni Di Pietro. D’Alberto dunque avrebbe ceduto alla lobby sannicolese, Lancione sarebbe riuscito ad imporre la Falini e tutto il rumore dell’azzeramento si spegne in una Giunta che vedrà la sola “rimozione” di Simone Mistichelli, che diventa l’incolpevole capro espiatorio del primo - perduto - anno e mezzo di D’Alberto Sindaco. Avremo dunque in Giunta: Giovanni Cavallari (vicesindaco) Antonio Filipponi, Andrea Core, Valdo Di Bonaventura e Maurizio Verna, per le quote rosa: Stefania Di Padova, Ilaria De Sanctis, Martina Maranella e appunto Sara Falini.

Se così sarà, sarà un clamoroso errore strategico. E di comunicazione. Non sacrificando alcuno della sua lista, per non scontentare Lancione, D’Alberto paleserebbe una debolezza che ne svilirebbe autorevolezza e autorità, condannando a morte certa e precoce la sua esperienza da Primo Cittadino.

Mantenendo in carica la Falini, D’Alberto ripeterà lo stesso errore che fece Brucchi con la Lucantoni, anteporre le logiche dei singoli e della politica al governo della città. Sara Falini è una cara ragazza, che ha dimostrato in un anno e mezzo di non avere alcuna attitudine assessorile. Mantenerla in carica, significa non aver chiare le necessità della città. D’Alberto, che lunedì sembra intenzionato ad avere una nuova giunta, ha ancora poche ore per dimostrare chi sia il vero Sindaco di Teramo, altrimenti avrà avuto Lancione nel suo post... “stavolta vado fino in fondo, costi quel che costi”. Ecco, il “costo” è il futuro della città, e il “fondo” lo stiamo per toccare...

Adamo