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vomanomor

Poi uno dice che la gente non ascolta.

E che se ascolta, non sente.

E che se sente, non ricorda.

E che se ricorda, poi dimentica.

Non è vero. Anzi.

Prendete per esempio Montorio, a forza di sentir dire a Paolo Gatti che ormai è uscito dalla politica… gli hanno creduto.
E gli hanno creduto al punto di non votare il candidato “gattiano”, quell’Alessandro Di Giambattista, fuoriuscito Pd, che guidava una coalizione ad alta concentrazione di miagolii.
Certo, la gente non sa solo ricordare, a volte inventa, fantastica, esagera… pensate che c’è addirittura ci dice di aver visto proprio lui, Paolo Gatti in persona, aggirarsi tra i vicoli antichi montoriesi, a caccia di voti.
Ma ve l’immaginate?
E’ fantasia pura.
Ma secondo voi, uno che ha deciso di non far più politica e che scrive (e cito dalla diffida inviata all’Ordine dei Giornalisti contro certastampa) “Il sottoscritto ha avuto una dimensione pubblica determinata da una carriera politica esercitata prima nell’ambito del Comune di Teramo, e successivamente nella Regione Abruzzo; tuttavia, a far data dal febbraio 2019, è tornato ad essere un privato cittadino, avendo annunciato già molti mesi prima l’abbandono della vita politica”…. poi se ne va per le case di Montorio a fare campagna elettorale?
Ma certo che no!
Non diciamo bugie!
Non era Gatti, era uno dei suo "Avatar", quell’Alfredo Grotta che siede - in quota Gatti - da quattro anni nel Consiglio di amministrazione dell’acquedotto del Ruzzo, una delle aziende storicamente più indebitate e sui bilanci della quale non mi pare di aver rilevato una straordinaria ripresa, figlia dell’attività dell’attuale governance.
Ecco, la gente (sempre quella che ascolta, ricorda etc) racconta che le epifanie grottesche sarebbero state numerose, con un certo impegno nel diffondere all’elettorato montoriese il verbo politico dell’ex Sindaco di Giambattista il quale, ansioso di entrare nel gattile politico, aveva sperato di poterlo fare portando seco la dote di una fascia tricolore.
Purtroppo, non è andata così, e ancora una volta la politica gattiana del “divide et vota” non ha avuto successo. Ancora una volta, il gioco trasversale e trasformistico delle alleanze prêt-à-porter, studiate mischiando di tutto e di più, in una sorta di malriuscito guazzabuglio centrodestracentrosinistrapentastellatocivicomisto, non ha prodotto l’effetto sperato, e le truppe miagolose nulla hanno potuto per portare in Comune Di Giambattista, battuto da un competitor che abita appena a 600 chilometri da Montorio.
Mi sovviene un canto patriottico
Il Vomano mormorava calmo e placido a settembre
Coi primi voti dalle urne ingombre
I mici marciavan per raggiunger la frontiera
Per far contro il nemico una barriera
Muti passarono quella notte i gatti
Tacere bisognava, e votar tutti
S'udiva, intanto, dalle amate sponde
Sommesso e lieve il tripudiar de l'onde
Era un presagio dolce e lusinghiero
Il Vomano mormorò: “Qui vince lo straniero!"

 

Adamo
la foglia di Fico è una rubrica di satira politica e di politica satirica