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«Credevo di sposare un principe e vivere una favola, ma ho scoperto di essere prigioniera di un incubo».
Comincia così, la storia di una donna teramana, che chiameremo Anna per tutelare l’identità dei suoi figli, protagonista di una vicenda paradossale, passata dall’idillio amoroso alla carta da bollo, con risvolti paradossali, come quello di ritrovarsi a pagare… un miliardario.
Già perché gli ingredienti della favola c’erano tutti: un fidanzato bello e ricchissimo, titolare di una delle più importanti aziende abruzzesi, una ragazza bellissima e piena di voglia di vivere e il loro amore. 

Un amore che diventa famiglia e che si arricchisce della nascita di due figli, subito prima che il castello di cristallo dorato si disintegri.

«Quando ho capito di essere stata trattata alla stregua di una provincialotta adibita al ruolo di fattrice ho deciso di separarmi - racconta - mio marito mi aveva assunta pretestuosamente nell’azienda di famiglia, perché avessi denaro per le spese quotidiane infatti tutto quello che prendevo come stipendio, senza aver mai messo piede in ufficio, veniva usato per le spese di casa e dei figli… lui non ha mai messo un euro di suo nel bilancio familiare, e sto parlando di un miliardario».
Con la separazione, la situazione “lavorativa” di Anna cambia: «Sono stata costretta ad accettare una separazione consensuale assolutamente sfavorevole e poi sono stata licenziata per assenteismo… sono rimasta senza stipendio e senza mantenimento in quanto nella consensuale ero stata definita autosufficiente economicamente proprio in virtù di quello stipendio».

E’ solo l’inizio di sette anni di sofferenze e di guerra.
Il marito miliardario, infatti, con un artificio legale riesce ad ottenere, per un periodo di dodici mesi, l’affido prevalente dei figli e sfratta l’ex moglie da quella che era stata la loro casa coniugale, ma solo per lasciarla chiusa, perché lui vive con la nuova compagna in una villa con piscina. 

Una vera e propria strategia di demolizione dell’ex moglie, quella messa in atto dal miliardario, che si sostanzia anche nel costante tentativo di mettere Anna in uno stato di difficoltà economica «Ha preteso da me tutte le spese legali dei contenziosi e per puro caso ho scoperto che nonostante lui sia ricchissimo si è appropriato persino del 100 per cento dell’assegno unico destinato ai figli dichiarando il falso e cambiando residenza ai ragazzi senza il mio consenso, contravvenendo alla sentenza di divorzio del giudice…»
Scoprire che il marito miliardario, le aveva addirittura sottratto l’assegno familiare (che per legge spetta al 50% ad ogni genitore) è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: Anna si è presentata in Questura a Teramo e, col supporto legale dell’avvocato Vincenzo Di Nanna, ha presentato una denuncia che oggi è già un fascicolo della Procura della Repubblica, che indaga sulle azioni dell’uomo e su quelle che Anna ha definito “ripetute azioni ritorsive”.

«La cosa veramente grave è ed è stato il disagio profondo creato nei miei figli, costretti a stare dove non vogliono e costretti ad assistere alle angherie subite dalla propria madre».