Devo fare i compiti.
È un po’ che non li faccio, sono rimasto indietro.
Devo recuperare. Sulla pagina di oggi del mio diario, un Vitt vintage (ovviamente), c’è scritto “fare l’analisi grammaticale della situazione politica attuale”.
Grammaticale?
Semmai …drammaticale, viste le condizioni della città.
Vabbè, cominciamo.
Gianguido: nome proprio di Sindaco.
Gianguideria: nome collettivo di seguaci, collaboratori, devoti, adepti, sovvenzionati, nominati, beneficiati, prezzolati e sannicolesi.
Annuncite: patologia tipica della gianguideria
Gianguidare: tempo di realizzazione degli annunci del Sindaco… infinito.
Anzi: no, Gianguidare non è infinito, è imperfetto presente.
E adesso vi starete chiedendo perché, di punto in bianco, io abbia deciso di fare i compiti.
È colpa del Sindaco.
Perché ieri, all’improvviso, sulla sua pagina Facebook, o meglio: sulla pagina Facebook del Sindaco curata dal suo social media manager personale, quello che paghiamo 31 mila euro l’anno, è comparso un post importante.
Questo
“Non decliniamo più i verbi al futuro… “ eccetera eccetera.
Il Sindaco commenta, riprende e amplifica una sua intervista rilasciata al Centro (chi l’avrebbe mai detto…), nella quale si incensa, si celebra e si esalta per i risultati del Pnrr.
Sottolineando, appunto, che Teramo adesso non “declina più i verbi al futuro”.
Un passaggio che mi ha colpito, visto che sono stato io, su queste pagine, a contestare il fatto che la gianguideria regnante conosca solo quella forma verbale.
Il futuro.
Il verbo degli annunci e delle attese.
Secondo il Sindaco, non c’è più… però non spiega quale sia il tempo attuale.
Si concentra sull’elencazione di un’infinità di progetti, che poi è la stessa che sentiamo ripetere da sei anni.
Dimenticando, però, qualche dettaglio.
Cioè, gli errori.
L’infinita collezione di sbagli, che sta funestando l’azione gianguidesca.
A spese nostre.
Già, perché per una curiosa regola della matematica applicata alla spesa pubblica: gli errori li fanno loro, ma li paghiamo noi.
E visto che il Sindaco, in quello che definisce “intervento” e non “intervista” (mortificando il ruolo del giornalista), sembra dimenticarli quegli errori, farò i compiti… anche di matematica.
NUOVO TEATRO: la Gianguiderja s’incarta tra rinnovi e sfratti, e adesso dobbiamo dare 700 mila euro a Sottosopra.
IPOGEO: la Gianguideria s’incarta sul progetto, e adesso ci costa 1 milione di euro in più.
STADIO BONOLIS: la Gianguideria si incarta sul Pef, e adesso rischiamo di dover pagare 9 milioni al gestore.
PIAZZA SAN FRANCESCO: la Gianguideria s’incarta, autorizzando un lavoro senza garanzie economiche, il cantiere si blocca e ci ritroviamo coi cessi chimici ad accogliere i viaggiatori.
MOSAICI DI VIA SANT’ANTONIO: la Gianguideria annuncia un ritrovamento che, al confronto, Pompei sembra Caprafico, ma poi s’incarta e ricopre tutto.
PUMS: la Gianguideria annuncia “revisione e approvazione entro il 31 marzo”, ma poi s’incarta, siamo al 10 aprile e tutti i parcheggi sono ancora blu.
ELODIE: la Gianguideria annuncia “Nuova data con un big per sostituire il concerto saltato”, ma poi s’incarta, il big non arriva ma i costi per il palco della star, e per la promozione dell’evento, e per annessi e connessi, varie ed eventuali, li abbiamo già pagati
SCAVI PIAZZA SANT’ANNA: la Gianguideria annuncia la Teramo Archeologica, poi s’incarta e quando riaprono la “domus”, le porte (che ormai sono più malmesse dei mosaici) si scardinano e si frantumano.
VIA LONGO: la Gianguideria annuncia che il progetto è stato premiato e che partiranno i lavori, quindi la gente deve andarsene… ma poi s’incarta, i soldi non arrivano e, con un pietoso scaricabarile cerca di dare la colpa alla Regione.
NUOVO OSPEDALE: la Gianguideria scopre, in campagna elettorale, di volerlo a Villa Mosca (dopo che il Sindaco con la Asl aveva deciso di farlo a Piano d’Accio), ma poi s’incarta tra gli annunci e il politichese, così adesso rischiamo di perdere una marea di milioni e di tenerci il vecchio Mazzini così com’è.
PISTE CICLABILI: la Gianguideria annuncia tre milioni di investimenti per le nuove piste ciclabili a “benefici della mobilità studentesca”, ma poi s’incarta e si scopre che quelle piste andranno verso le università… cioè in salita verso Colleparco… l’anno prossimo sul cancello dell’Ateneo metteranno il triangolo del Gran Premio della Montagna. Di prima categoria.
In fondo, il Sindaco ha ragione: non è più il futuro il tempo nel quale declinare i verbi della gianguideria.
E’ l’imperfetto.
ADAMO