• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

RAIOLACORDONE5 dimissioni e decade il comitato di quartiere Teramo Est. Bene. Ora ce ne sono 6. Eppure ci si arrampica sugli specchi: Anna Di Ottavio, al galoppo del suo destriero è capace di dire che le dimissioni del componente del Comitato, Matteo Ginaldi, devono essere riconfermate ora, in assemblea, quando, a suo dire, sono state presentate il 28 di GENNAIO e che riportano questa emblematica frase: “con la presente comunico le mie dimissioni IRREVOCABILI”.

Forse è stato detto abbastanza, ma è meglio spiegare.

Si dimettono formalmente dal comitato Davide Di Carlantonio, il 5 Novembre 2018, esattamente 8 (sì, otto) giorni dopo essere stato eletto; Matteo Ginaldi, il 28 Gennaio 2019, sempre “irrevocabilmente” perché la parole scritte, per fortuna divina, non sono uccellini che volano via con questo freddo novembrino; Corrado Scarpone, il 19 Febbraio 2019, perché non ce la faceva più a subire una mutazione tristemente manovrata per rendere il comitato un’associazione dove poter “SOTTOPORRE A DEROGA LE REGOLE” ogni volta che si vuole; Giampiero Cordoni, il 22 Maggio 2019 decideva di chiudere definitivamente i conti con il comitato di Teramo Est perché non può essere schiavo di un personaggio dispotico che vuole fare tutto da solo (tutto cosa se non è mai stato fatto nulla? Bah). Ancora però troviamo Attilio Ortenzi, il quale, alla tenerissima età di 80 anni, si è messo in gioco per dare un contributo e si sente mancare di rispetto da una persona che non permette di fare neanche ciò per cui è stato votato. E poi c’è lui, il manovratore di tutti, colui che è capace di mettere il mondo contro il mondo, di muovere il Gran Sasso e farsi la guerra da solo, colui che ha creato tutto il casino costringendo chissà con quali arti magiche a far andare la presidente Anna Di Ottavio contro il regolamento per ben 26 volte, fino addirittura ad ipnotizzare le due email che lei gestisce per non farle arrivare le petizioni firmate dai cittadini che poi dovrebbero farla decadere. Sì, l’ultimo è Michele Raiola. In Assemblea, il 30 Maggio 2019, si arrende allo scempio di qualcosa non più sopportabile neanche da parte dei cittadini.

Tutto ciò lo porta a proporre di evitare quantomeno che si voti davanti a tutti, per alzata di mano, qualcosa che è stato votato con scrutinio segreto e di evitare lo scempio di una fiducia/sfiducia per presidente, vice presidente e per un componente, ottenendo poi l’approvazione dell’assemblea. Ora le assemblee si convocano, forse sono anche troppe: il 17 Giugno e il 24 per approvare lo statuto ed i suoi emendamenti al fine di ottenere una sede dal comune. Ma se ci sono le 6 dimissioni sarà legittimo tutto ciò? Che caos.

Troppi rimpianti dal sapore carbonizzato per i sogni andati in fumo. Sogni di far tornare la gente a partecipare, a parlare, a sentirsi legittimata a dire la propria grazie ad un modello nuovo che voleva pure essere stravolto facendo fare, come al solito, tutto ad un persona che vuole visibilità, che vuole fomentare la propria indole in un pugno di interviste per far vedere che lei difende i cittadini e poi non convoca neanche le assemblee per discutere dei loro problemi. Già, l’avete mai sentita parlare del problema del sottopasso di Villa Pavone? No. Sapete perché? Forse nessuno lo sa. E allora basta arrampicarsi sugli specchi. Anche Luca Corona, presente all’assemblea, ha appoggiato l’idea di rifare tutto da capo, per bene. Ma questo comitato avrà mai la credibilità che si prefigge? Si spera che l’amministrazione e la commissione “Affari Generali” trovino il metodo più veloce per tirare le redini a questi comitati pazzi che forse meriterebbero anche una strigliata, perché probabilmente si rischia un circolo vizioso che riproporrà sempre e solo gli ambigui vetusti del vecchio millennio allontanando ancor di più i giovani da ciò, che pare già a miriadi di anni luce da qualcosa di buono, anzi, di decente.

Michele Raiola