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Screenshot_2023-04-28_alle_22.05.34.pngQuando venti anni fa, nel 2003, uscirono i primi due volumi (“Fuochi sotto la cenere” e “L’Officina del vizio”) in cui lo scrittore teramano Elso Simone Serpentini ricostruiva il delitto Scena, un fatto criminoso assai torbido, lo stupro e l’assassinio del giovinetto dodicenne Luigi Scena, il cui cadavere era stato ritrovato in un laghetto a Capo d’Atri nel pomeriggio del 2 febbraio 1885, c’era chi da Atri si recava a Teramo a comprare copie dei due volumi, che poi, portate nella città ducale dentro la sua borsa, distribuiva in gran segreto agli amici che gliene avevano affidato preciso incarico. Di quell’antico caso ad Atri poco si sapeva e chi ne sapeva qualcosa ne parlava solo in segreto, nell’ombra, essendo coinvolti a vario titolo alcuni esponenti delle più prestigiose famiglie atriane e perfino il sindaco Antonio Finocchi, più volte deputato al Parlamento. Solo un non atriano, ma sagace ricercatore come Serpentini, poteva con il suo documentato racconto, basato sui fascicoli processuali, consentire ad Atri agli atriani di fare i conti con il proprio oscuro passato. Cosa che avvenne, soprattutto quando Serpentini nella sua collana “Processi celebri teramani” ai primi due volumi aggiunse “La corda che suona”, che completò il “trittico atriano”, racchiuso in un cofanetto, e altri due volumi, “Processo ad una tomba” e “La campana di Atri”, portando così a cinque il numero dei libri dedicati alle vicende giudiziarie della città degli Acquaviva.
Ora Serpentini ha riunito tutte le vicende atriane già raccontate, dando loro una più precisa cronologia e aggiungendo altri casi giudiziari non trattati in precedenza, in un’unica opera, “I misteri di Atri” (Artemia Nova Editrice), in due volumi di complessive 836 pagine, che costituiscono una compiuta storia civile, sociale, politica culturale e giudiziaria di Atri dal 1865 al 1925. Nell’opera, davvero monumentale (i due volumi sono di grande formato, 17x24), emerge un quadro complessivo davvero intrigante della vita cittadina atriana dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento.
Molti sono i casi trattati. Alcuni misteriosi crimini segnano la vita di Atri nella seconda metà dell’Ottocento e coinvolgono rispettati personaggi della cultura e della vita sociale e politica della cittadina abruzzese: il furto nell’abitazione di Donna Leonilde Catucci, avvenuto il 20 dicembre 1865; l’assassinio della stessa Catucci, compiuto il 15 novembre 1871; due ratti violenti con sequestro di due giovani donne, avvenuti il21 giugno e il 30 luglio 1874; alcuni colpi di fucile sparati la notte del 21 settembre 1876 all’indirizzo della casa di Gaetano Benvenuti, dei quali viene sospettato autore Don Nicola Finocchi, fratello di Antonio, Sindaco e deputato al Parlamento; il clamoroso furto notturno nel Duomo, avvenuto il 16 agosto 1882 e infine lo stupro e il ricordato assassinio del giovinetto dodicenne Luigi Scena.
L’opera mostra come, dopo improvvise, quanto inquietanti istruttorie, per lo più avviate da lettere anonime e scritte vergate sui muri della cittadina con il carbone, le indagini tornano ogni volta a “dormire” come le braci sotto una spessa quanto impenetrabile coltre di cenere. Tutti i fatti criminosi sembrano legati da un unico filo conduttore: un pervicace occultamento delle prove. Dopo la misteriosa morte di Gaetano Cherubini, avvenuta il 26 maggio 1897, alcune lettere anonime danno nuovo impulso alle indagini. Una oscura quanto sconosciuta “mente” sembra guidare ogni passo dei tanti pretori, giudici, testimoni, indagati, accusati e arrestati. Un brigadiere dei carabinieri arrivato dal Veneto e un pretore tentano di capire che cosa si nasconde dietro una incredibile serie di strane morti e di troppo simili e dubbi suicidi. Ben tre gradi di giudizio, tra cui un processo ad un defunto, non sciolgono tutti i dubbi sul “caso Scena”, mentre nei primi decenni del Novecento oscure e misteriose presenze fanno intuire che non tutta la verità è stata svelata ad Atri, dove le ombre e i dubbi permangono, nessuno parla palesemente, ma tutti vociferano in segreto. In un complesso quadro di omicidi, interrogatori, istruttore e processi, si arriva al clamoroso assalto al Municipio del 15 febbraio 1906. Poi avvengono inaspettati ritorni sulla tracce degli antichi delitti, mentre altri ne avvengono fino al 1925, quando la storia si chiude con la morte di Vincenzo Cherubini, figlio di Gaetano, per anni il perno centrale delle vicende che hanno visto Atri, la città dei Duchi Acquaviva, essere lo scrigno di tanti misteri.
L’opera verrà presentata giovedì 4 maggio 2023 ad Atri, nell’Auditorium Sant’Agostino, alle ore 18,30, con la partecipazione dell’autore e dello scrittore Alberto Rasetti. Coordinerà il giornalista Antonio D’Amore.