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Joe Biden è, senza dubbio, il politico più sottovalutato della Storia, quando invece è astuto e niente affatto spregiudicato, che sa bene le sue mosse sulla scacchiera internazionale quanto su quella della politica interna, politico old american style che dice senza mezzi termini quello che pensa e che fa quello che pensa, e queste elezioni di MIDTERM lo hanno appena dimostrato, banco di prova che storicamente affossa la presidenza in carica tramutandola d'un colpo nella famigerata lame duck / anatra zoppa inficiandone così ogni determinazione di politica interna (e mai internazionale), che, questa volta, invece la ha addirittura consolidata negando quella Red Wave che avrebbe annunciato l'avvento di una nuova era Trump che tutti (non chi scrive) avevano preventivato, convinzione macerata anche da un humus di antiamericanismo tutto italiano e tutto ideologico vivificanto tra ex comunisti e fascisti (oramai sempre più simili) e complottisti di ogni specie.

Biden, il secondo presidente cattolico, praticante, degli Stati Uniti – prima di lui c'è stato solo John Fitzgerald Kennedy –, ha ridato alla sua Nazione il ruolo che più le compete, cioè quello di leader internazionale portandola fuori dal pantano nazionalista trumpiano, che trae origine nel 2009 dal Tea Party, vale a dire dall'ala più conservatrice del Partito Repubblicano, fino a sfociare nel suprematismo bianco: i democratici sono di una abilità nella politica estera senza eguali, si pensi solo a Franklin Delano Roosevelt (1933-45), oppure, ancora prima, a Woodrow Wilson (1913-21), ma anche allo stesso JFK (1961-1963) e a Lyndon B. Johnson (1963-1969).

E i presidenti democratici hanno da sempre saputo coniugare politica interna e politica estera – ancora Roosevelt, New Deal, e lo stesso Biden che con la sua presidenza ha portato l'occupazione negli Stati Uniti a quote record, insperate, e se ne è accorta anche la Cina di Xi Jinping, cui Biden ha fatto capire chiaro e forte che la crescita economica cinese dipende solo dall'Occidente, cioè da quanto la parte democratica del mondo sia pronta a favorirla, da qui la sua Libertà di esporsi a difesa di Taiwan.

Ma, ancora in politica interna, Biden ha tenuto la barra dritta della Libertà contro la stessa Corte Suprema (fatto senza precedenti) per la difesa del diritto all'aborto, in più con l'emanazione lo scorso 8 luglio del Decreto Presidenziale che ordina a tutti gli stati dell'unione di garantire sostegno per le pratiche abortive a tutte le donne che ne facessero richiesta, quindi anche negli stati ultraconservatori come il Texas, dando un esempio impareggiabile, da cattolico praticante, della necessaria laicità dell'azione governativa.

Ma il suo capolavoro resta l'appoggio incondizionato offerto al Valoroso Popolo Ucraino, che sta guidando caparbiamente alla riconquista dei territori vilmente occupati dall'esercito russo, ributtando indietro così la minaccia all'Occidente democratico lanciata da Vladimir Putin il febbraio scorso, posizione che ha coinvolto unanimemente tutto il Congresso, perché se è vero che gli americani considerano un capitolo definitivamente chiuso quello con il fascismo (gli americani, che si sappia, non fanno alcuna differenza tra fascisti e nazisti, giustamente: per loro are all fascist! / sono tutti fascisti!) grazie alla vittoria della Seconda guerra mondiale, intendono al contrario come una minaccia viva e costante alla Libertà quella comunista, l’idea cinese e filosovietica del mondo per meglio intenderci oggi, nemici di sempre, motivo principale del sacrosanto rinsaldamento del patto NATO.

Joe Biden è tutto quello di cui l'Occidente aveva bisogno per interrompere il suo decennale declino, arrivato proprio quando più nessuno se lo aspettava e lo credeva possibile: il Presidente Joe Biden è Il Crociato della Democrazia.

MASSIMO RIDOLFI