Quanti di voi hanno sentito qualcuno dire “ha perso tutti i denti ma erano sani” o “mi è venuta la piorrea”? Si ha così una percez0ione di una malattia irreversibile, senza speranza, che porta inevitabilmente alla perdita di molti denti. Il termine “piorrea” è un termine ormai in disuso, ma tutt’ora molto usato per descrivere quella che realmente è la malattia parodontale o parodontite. Anche il modo di approcciare a questa malattia è cambiato negli anni; può essere diagnosticata già in tempi molto precoci, si possono seguire programmi di prevenzione per controllare e modificare i fattori di rischio principali, guarirla, rallentarla o tenerla sotto controllo. La malattia parodontale inizia con una gengivite, caratterizzata da infiammazione e sanguinamento. I batteri presenti nella nostra bocca si uniscono per formare una patina appiccicosa chiamata placca batterica, che si accumula tra i denti e le gengive. Con il tempo i batteri si moltiplicano e spingendosi sempre più in profondità, vanno a distruggere i tessuti di sostegno, in modo particolare l'osso, provocando mobilità e perdita dei denti. Quando la placca batterica non viene rimossa da un adeguato spazzolamento in casa o da una seduta di igiene professionale, si calcifica e si trasforma in tartaro, un deposito duro che lo spazzolino non è più in grado di rimuovere.Oltre alla scarsa igiene orale, i fattori di rischio che condizionano un aggravamento della malattia sono il fumo, l’alcol, il diabete e le cattive abitudini alimentari.
Per mantenere la bocca in buona salute è importante conoscere tutti gli strumenti che dobbiamo usare per lavarci i denti, come lo spazzolino, il filo interdentale e lo scovolino. I dentifrici e i collutori sono complementi non utili senza una buona rimozione meccanica. Lo spazzolino deve essere personale per evitare di trasmettere batteri da una bocca all'altra e deve essere conservato con cura. Va sostituito regolarmente quando le setole cominciano a piegarsi. La tecnica di spazzolamento dovrà tenere conto dell'età del paziente, dell'abilità di ciascuno e della situazione paradontale. Sono da evitare spazzolamenti in orizzontale e in verticale che creano traumi continui che portano a fenomeni di ipersensibilità dentinale, con usura dei denti e ritiro gengivale. Se lo spazzolino permette di pulire le superfici visibili dei denti, gli spazi interdentali dovranno essere puliti necessariamente con l’utilizzo di filo interdentale nei casi di spazi stretti e scovolini, negli spazi più ampi. È indicato terminare la pulizia del cavo orale con lo spazzolamento della parte superiore della lingua. Per quanto riguarda gli apparecchi ortodontici, tanto fissi come mobili, cosi come per le protesi dentarie, dagli impianti alle “dentiere”, esistono ausili specifici quali spazzolini monociuffo, filo interdentale a tre parti e compresse effervescenti.
Il lavarsi i denti tutti i giorni deve essere sostenuto da sedute periodiche di igiene orale professionale, in quanto la placca si accumula anche sotto la gengiva e gli strumenti usati a casa non riescono ad arrivare in profondità quanto quelli utilizzati nello studio odontoiatrico. Per questo il dentista o l’igienista svolgono un ruolo essenziale nel motivare il paziente ai richiami periodici.Alle persone soggette ad accumulo di tartaro, alla predisposizione alle carie o con familiarità alla malattia parodontale, possono essere indicati richiami più frequenti ed articolati. Per malattie parodontali già in atto potrebbero rendersi necessarie sedute dilevigatureo interventi di chirurgia parodontale.
Il dentista e l’igienista non sono altro che dei vostri alleati per mantenere una buona salute orale, suggerendo sempre a ciascun paziente piani di cura personalizzatiper una buona cura e prevenzione.
Dott.ssa Ludovica Impaloni