Ecco, ci risiamo. È bastato un attimo... e subito le solite malelingue teramane hanno ripreso il loro instancabile taglia&cuci. È bastato uno sguardo, e tutti subito a commentare. È bastato che Paolo Gatti si facesse vedere uscire dal Vescovado, nel piccolo corteo della politicanza locale che aveva incontrato, in udienza privata, il Cardinale Bagnasco, che subito tutti si sono messi a chiacchierare. Vivo, infatti, è stato lo stupore di vederlo in quel corteo di eletti (nel senso di votati... meglio precisare, visto il luogo!) poiché tutti sanno che Paolo Gatti ha lasciato la politica. È noto: lo sanno tutti. Smettetela con le chiacchiere. Paolo Gatti non fa più politica... e nessuno pensi che il vescovo più “politico” della storia teramana non lo sappia. Eppure lo ha invitato. Eppure tutti l’hanno visto camminare tra la piccola folla dei Sindaci e qualche onorevole vecchio e nuovo. Eppure tutti l’hanno visto chiacchierare fitto fitto con il Governatore Marsilio, che è di Fratelli d’Italia, il partito che Gatti - quando ancora faceva politica - usó per una indimenticabile candidatura parlamentare, salvo poi abbandonare la Meloni dopo una altrettanto indimenticabile trombatura. Evidentemente, vista la sacralità del luogo, Marsilio ha cristianamente perdonato Gatti, al punto che - sempre secondo le malelingue - starebbe porgendo l’altra guancia, impegnandosi perché Gatti abbia una poltrona alla Corte dei Conti. Niente di che, per carità, giusto un incaricuccio da duecentomila euro l’anno, che sarebbe ben visto anche “in quota Lega”. Aridaje.... allora non avete capito? Gatti ha lasciato la politica. Mettetevelo in testa. Lo ha detto e scritto chiaramente, più volte. Soprattutto nel famoso post al quale, dopo la degattizzazione che i teramani scolpirono col voto al ballottaggio comunale, affidó il suo abbandono alla politica:
In quel post, Gatti era un uomo che aveva deciso di fare sì il bilancio della sua esperienza politica, ma anche di tirare le somme di un percorso di vita che era durato 19 anni. Ed è solo perché ha saputo fare bene quei bilanci e quelle somme, che adesso lo vogliono alla Corte dei Conti, sapevatelo! La politica non c’entra niente.
E poi vabbè che, soprattutto in quel luogo sacro, vale la regola che "siamo tutti fratelli", ma vi pare che Fratelli d’Italia sia un partito “senza palle” al punto da dimenticare quella candidatura usa&getta? E vi pare che la Lega, addirittura commissariata in questo periodo, col consenso che ha, abbia bisogno di appoggiarsi ad uno famoso per aver fatto cadere il Sindaco del suo stesso partito? Smettetela, malelingue: Gatti ieri sera era andato in Vescovado solo per personale devozione. Non c’entra la politica, non c’entrano i partiti, non c’entrano i voti e le preferenze, non c’entrano le elezioni... era solo un atto di fede. E magari, nella sacra atmosfera della maggior chiesa teramana, tra un canto sacro e una nuvoletta d’incenso, mentre il porporato Bagnasco rivolgeva inni all'Altissimo... all'ex politico Gatti è scappata una preghieruccia. Così, se e quando arriverà la nomina alla Corte dei Conti, non avrà niente di politico e non dovrà ringraziare né Lega nè Meloni... sarà solo.... per grazia ricevuta.
Adamo
certagente - rubrica di satira politica e di politica satirica