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PRINCESSC’era una volta… è così che cominciano le favole, no? Allora, cominciamo: c’era una volta una principessa, che viveva in un castello fatato, in un reame incantanto, dove tutti giravano in carrozza o a cavallo, e quelli che non avevano il cavallo avevano un Cavallino in garage. E tutti erano ricchi, belli, famosi e felici. Poi, un giorno, la principessa sente raccontare di una terra lontana, ma lontana proprio, di un’Isola che non c’è ai piedi di una montagna grande, tra i boschi pieni di lupi. Ma come, direte voi: un’isola ai piedi di una montagna tra i boschi pieni di lupi? certo, sennò che favola sarebbe, e poi è un’Isola che non c’è, o meglio, che c’è ma non si vede. Anzi: che c’è, ma quando cerca di farsi vedere fa una figuraccia. Torniamo alla principessa, che nel suo castello sente raccontare di un terremoto brutto. Ma brutto brutto. E quando c’era il terremoto, c’era anche Biancaneve, ma faceva quattro metri e non sette nani. E che è caduta una scuola. E che i bambini non hanno più un aula nella quale andare a studiare, per crescere sani e forti e, magari, diventare ricchi e famosi e comprarsi una casa nel reame incantato, con il Cavallino in garage. Così, la principessa, che è bellissima e biondissima e buonissima (sennò che principessa è?), decide di aiutare quei bambini, chiama il suo ciambellano e gli dice: «La scuola la ricostruiamo noi». E così avviene, quasi per magia, la scuola rinasce, anche grazie all’aiuto di Cappuccetto crocerosso, che di boschi e lupi se ne intende. Ed è una scuola grande, nuova, bella e sicura. Non cadrà. Però, una scuola così bella va inaugurata, così la principessa decide di andare sull’Isola che non c’é, dove Hansel e Grezzel hanno organizzato una bella festa. La principessa però non sa che mentre Hansel pensa a tutta la corte di vip, mezzi vip, finti vip, politici di oggi e di ieri, presenzialisti storici, matrone incartapecorite, con l’inevitabile corollario di autorità civilimilitariereligiose, il perfido Grezzel ha sistemato le catene per tenere lontano il popolo, il volgo, la ggende (detta in dialetto locale), perché non sta bene che Sua Altezza Serenissima poggi gli occhi splendidi del suo nobile sguardo su una folla che non ha neanche un quarto di nobiltà e che un cavallino non ce l’ha in garage, ma nella stalla quando sgrava la giumenta. Non sta bene, no. E non sta bene neanche che quel volgo si confonda con i Signori quando questi, dopo la festa per la nuova scuola, assaporeranno il nobile finger food (si dice così a corte)… così Grezzel fa bruciare quattro maiali e li sporchetta per lo popolo. E perché nessuno sappia mai quello che è avvenuto nell’Isola che non c’è, Grezzel fa tenere a distanza anche i cantastorie, accorsi in gran numero per veder la Principessa che brinda col bidello alla nuova scuola. L’incantesimo, però, non riesce, i cantastorie entrano e vedono il doppio desco, la ggend tenuta lontana, i vips in folla plaudente e, soprattutto, la scuola… che non è pronta. Ma come, direte voi, se l’hanno inaugurata? Sì, l’hanno inaugurata, ma sarà pronta a Natale… forse. E i bambini potranno entrarci solo l’anno prossimo… forse. E c’è ancora da costruirne un’altra… e quindi era tutta una passerella per potersi fare due foto con la principessa bella e bionda. Sorrisi di circostanza e pance in dentro, un click e via. La festa è andata. La carrozza elicotterata se ne va, sull’Isola che non c’è resta una scuola da finire, una da costruire e qualche traccia di polvere di fata. ma non abbastanza per far sparire il ricordo di questa.. favolosa figuraccia…

Adamo

 

la foglia di fico - rubrica di satira e di costume