Confesso: quando ho letto che i meravigliosamente folli ragazzi del Wideopen avevano scelto il Parco della Scienza per l’incontro con Zerocalcare, ho pensato che fossero più folli che meravigliosi. Perché era domenica. Perché era già dicembre. Perché il Parco della Scienza è grande. Perché Teramo... è Teramo.
Mi sbagliavo.
Su tutto. Perché domenica non è più (per fortuna) il “giorno del pallone”. Perché Natale è lontano. Perché il Parco della Scienza ...è stato troppo piccolo per accogliere la folla (non esagero) accorsa per ascoltare Zerocalcare, con oltre 160 persone (le ho contate), costrette a restare in piedi o a sedersi dove potevano. Ma soprattutto mi sbagliavo per Teramo, perché questa città a volte riesce a stupirti e ti regala una serata come questa.
Di cultura. Vera.
Di cultura figlia dell’interesse e della voglia di esserci e partecipare. Quanto è lontano dal Parco della Scienza quell’altro Abruzzo, che a L’Aquila non ha voluto Zerocalcare, perché c’è chi crede che la politica sia l’arte dell’escludere e non del partecipare. Teramo c’è, e prepotentemente riafferma il valore della partecipazione vera, del confronto senza paura. Ed è la Teramo giovane, del giovane assessore Andrea Core (asttivissimo in sala), del Sindaco D'Alberto, che saluta Zerocalcare e lo accoglie "nella città di Carmine Di Giandomenico", ed è la stessa città che segue in silenzio religioso la chiacchierata di Zerocalcare coi ragazzi che lo intervistano, nella quale tra una battuta e un ricordo, il fumettista distilla il suo credo artistico e di vita. Di più non dirò, vi lascio ALL'INTERVISTA che Zerocalcare ci ha rilasciato... perché se non c’eravate... ve lo siete perso.
E se ve lo siete perso... avete fatto male.
Molto male.
Adamo