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E2F72B0C 2613 4900 8AB1 70DF56505CB7Signor Presidente della Repubblica, 

Ci aiuti. Solo lei, a questo punto, può farlo. Solo Lei, a questo punto, può impedire che l’Abruzzo consegni alla Storia questa nuova pagina triste.

Caro Presidente Mattarella, sulla Sua scrivania troverà, domani, una lettera del Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Lorenzo Sospiri. È la lettera con la quale, a nome di tutta la popolazione abruzzese, si chiede a Lei, nella Sua veste di Capo dello Stato,, di nominare Paolo Gatti quale componente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.

La Regione Abruzzo, come Ella certo saprà, in virtù dello Statuto, puó nominare due propri rappresentanti.

Può, non deve.

È una possibilità, non un obbligo.

È una facoltà, non una necessità.

Anche perché, e abbia la pazienza di perdonare questo mio scivolamento sull’aspetto pecuniario della vicenda, si tratta di un incarico da 200 mila euro l’anno... per cinque anni.

Un milione di euro.

Soldi nostri. 

Di noi abruzzesi.

Soldi che questa Regione, mortificata dal terremoto, anzi: dai terremoti, dovrebbe investire nella ricostruzione mia partita.

Nella mia città, Teramo, caro Presidente ancora quattromila persone vivono sfollate. 

A tre anni dal terremoto.

E i nostri figli frequentano scuole, che pretendono verifiche e lavori.

Mancano i fondi.

Quel milione di euro, che va ad aggiungersi a quello che già stiamo spendendo per l’altro componente nominato da anni, è un insulto.

Che non ci meritiamo.

È l’evidente, ennesima  ammissione dell’ormai definitivamente venuto meno rapporto tra i cittadini e la politica.

È la violenta manifestazione della protervia, con la quale il Palazzo si pone al di sopra del popolo suddito. 

Di Paolo Gatti non dico nulla. Avrà certo modo, grazie ai Suoi consiglieri al Quirinale, di avere ogni possibile informazione.

Su quello che ha fatto, da predestinato della politica, vestendo i panni di assessore comunale e regionale, fondando gruppi politici, nominando o facendo cadere Sindaci, candidandosi senza fortuna al Parlamento.

Sono certo, Presidente, che i consiglieri del Colle non avranno difficoltà ad informarLa, anche su quello che Paolo Gatti non ha mai fatto.

Sostengo da anni che, a dispetto dell’età che lo assegna a questo momento storico, Paolo Gattj sia in realtà l’ultimo politico della Prima Repubblica. Di quella vicenda politica, nella quale la gestione del potere era finalizzata alla riaffermazione del potere stesso. Di quello spicchio della nostra storia, nel quale fare politica significava perseguire ossessivamente la ricerca del consenso. 

La malandata Italia di oggi, è figlia di quella stagione.

Presidente, ci aiuti a chiuderla del tutto.

Ci aiuti a dimostrare ai nostri figli, italiani del domani, che una regione nella quale si costringono i cittadini a pagare il “superticket” sulle ricette, non può e non deve spendere un milione di euro per stipendiare una poltrona non necessaria.

Caro Presidente... Lei è la nostra ultima possibilità.

Non firmi quella nomina. 

Anzi: la usi come pretesto per imporre alla Regione Abruzzo una revisione dello Statuto. Se poltrona deve essere, che sia una poltrona a gettone simbolico.

Coi milioni dobbiamo fare altro.

Presidente, degattizzi l’Abruzzo.

Adamo