Dunque, ci siamo. Il “rimpasto” che su questo sito auspichiamo da più di sei mesi, con ampia anticipazione anche delle modalità con le quali ci si sarebbe arrivati, è alle porte. Tutto è andato esattamente come certastampa aveva previsto, benché Cipolletti (con una piccola coorte di difensori d’ufficio del potere costituito) ci accusasse di castrastrofismo e negasse ogni ipotesi rimpastatoria.
Il Sindaco, ieri, ha azzerato la Giunta.
Bene, anzi: benissimo.
Adesso si riparte, da zero o quasi. E quello che è successo, sia in termini di persone che di gruppi politici, apre scenari nuovi.
E ci porta ad un bivio. Da una parte c’è l’azzeramento vero, che schiude le porte ad una vera e propria rifondazione della Giunta. Nuova davvero, con qualche minima eredità della precedente. Dall’altra c’è l’azzeramento morbido, cioè il rimpasto.
È evidente, entrambe le strade offrono vantaggi e sottintendono incognite.
Vediamole.
Cominciando dalla via meno violenta.
AZZERAMENTO MORBIDO, CIOÈ RIMPASTO
I sette assessori diventano nove. Esce Mistichelli (Pd), entrano Maurizio Verna (Pd), Giovanni Cavallari (Bella Teramo) e Ilaria De Sanctis (Più Europa). Italia Viva mantiene l’assessorato della Marroni e restano Stefania Di Padova (con deleghe dimezzate), Andrea Core, Antonio Filipponi, Valdo Di Bonaventura e Sara Falini. L’appoggio dei Dalmati, anche senza assessori (non ne vogliono) blinda la maggioranza. Vantaggi: cambiando poco si scontenta meno. Incognite: il Pd non vuole condividere nulla coi renziani di Italia Viva e francamente che del primo deludente anno e mezzo paghi il conto solo Mistichelli, è ingiusto. Non ha brillato, certo, ma non è stato l’unico, viste le sagre di Filipponi e il “non pervenuto” costante della Falini. No, non è Mistichelli il responsabile di una Giunta che ha fatto di Gianguido un Gianlento, frenandone la spinta propulsiva.
AZZERAMENTO VERO
Richiede coraggio. Ma è di quello che la città ha bisogno. Certo, non può prescindere dal “peso” dei gruppi, perché una maggioranza si regge... sulle maggioranze, però i numeri sono così a favore di D’Alberto, che può permettersi anche di perdere qualcuno. Cioè Italia Viva, perché quella che ci è stata “venduta” come una scelta di campo della Marroni e dei suoi, con relativa presa di distanza da Teramo 3.0 è stato solo, questo sì, un azzeramento. Anzi: un trezzeramento, che ha visto il gruppo di Christian Francia cambiare nome e accogliere lo scontento Bartolini, nel tentativo di “dire cose vecchie, con un vestito nuovo” e, soprattutto, assicurarsi un futuro politico. A svelare il “trucco” è stato lo stesso Francia, che posta e commenta auspicando ingressi in Italia Viva. Partito al quale sarebbe stata invitata anche Francesca Di Timoteo, visto che la campagna acquisti ginoblesca è già cominciata. Ma, per ora, è solo un invito. Torniamo all’azzeramento. Se deve essere ripartenza, che lo sia davvero. Via Mistichelli (Pd) e l’incolore Falini (Podemos) dentro Maurizio Verna (Pd) e Graziella Cordone (Podemos) che ha lo stesso bagaglio di voti della Falini, ma una riconosciuta esperienza politica superiore. Via la Marroni (Italia Viva) dentro Ilaria De Sanctis (Più Europa). Dentro Cavallari (Bella Teramo), restano Di Bonaventura e Filipponi (che non hanno brillato, ma non c’è alternativa possibile), resta Andrea Core che è fresco di ingresso e carico di idee, resta la Di Padova, ma con un assessorato “smezzato” e visto che per le quote rosa serve un’altra donna e che potrebbe ereditare “mezzo” assessorato della Di Padova, la scelta potrebbe andare sull’assessorato esterno a Manola Di Pasquale, che sarebbe una positiva iniezione di “sostanza”. Appoggio esterno dei Dalmati e maggioranza blindata e potenziata in carico d'esperienza. Vantaggi: è una vera ripartenza, e la città questo si aspetta. Incognite: ci saranno mugugni, e tanti, e non mancheranno le polemiche, e tante, ma il Sindaco ne uscirà rafforzato. E tanto.
Adamo