Anche noi, non ci aspettavamo altro. Perché in un orizzonte politico nel quale, a livello nazionale, puoi sfiorare il plebiscito dopo aver organizzato un “vaffa day”, era inevitabile che si arrivasse allo “stronza day”.
Ed è successo. Con una pennellata di stile, il capogruppo della lista Podemos, Dario Luciano Di Dario, avrebbe commentato con un “una stronza, non ci aspettavamo altro”, l’ennesima esternazione della consigliera Francesca Chiara Di Timoteo.
Una caduta di stile, che qualcuno definisce addirittura involontaria, poiché quello sembra dovesse essere un commento privato per un amico, ma inavvertitamente finito pubblico.
Succede.
E non starò qui a tirar fuori inutili letture moraleggianti, né a scomodare il bullismo sessista, perché qui non c’entra davvero niente. Restiamo alla lettura “politica”, perché in quello “stronza” c’è molto di più. C’è il nervosismo evidente di una lista che, nella vigilia elettorale, in quanto espressione di una associazione civica, aveva posto le basi di un progetto amministrativo che, oggi, sembra totalmente stravolto. E non lo dico io, ma il presidente dell’associazione Pirocchi e la stessa Di Timoteo.
In quello “stronza” c’è anche la soffocata polemica di chi non ha condiviso nulla del “rimpasto”, né i modi, nè i tempi, né soprattutto i risultati, con il ricattuccio del “rivoluzionario” Lancione per la forzata sopravvivenza in Giunta della Falini e per la promozione assessorile della De Sanctis, che da Podemos se ne era andata, non senza accenni critici.
Eppoi, si sa, quando si avvicina l’iceberg... tutti corrono alle scialuppe, ma non c’è posto per tutti. Il nervosismo è inevitabile.
Tornando a quello “stronza”, ovvero a quello che il vocabolario Treccani definisce “Volgare epiteto ingiurioso, la cui connotazione offensiva si è andata via via riducendo con il tempo, fino a significare, genericamente, «persona inetta e incapace, o che comunque si comporta in modo criticabile»....”.
E perché la Di Timoteo sarebbe “criticabile”?
Leggiamo quello che scrive, nella sua lettera al Sindaco..
In merito a questa Giunta Lei Sindaco, in definitiva si è schierato da una parte politica appoggiando una vecchia e nuova guerra tra le parti , rinunciando così al “civismo” di cui Lei e noi ne abbiamo fatto una bandiera vittoriosa e si è fatto spaventare da degli aut aut ordinati da nuovi ed improvvisati leader politici. Lei, a questo punto, mi conferma di essere il Sindaco di una parte di questo territorio piuttosto che dell’intero.
Non è una “stronzata”, è vero.
Mi spiace dirlo ma con l’azzeramento della “vecchia” Giunta ha dissacrato una maggioranza esistente con un esecutivo costituito. Forse non Le è molto chiaro che il problema, non è mai stato la sua maggioranza che ha sempre avuto, bensì la macchina Amministrativa che è li ancora come prima. Lenta e farraginosa che non decide e paralizza le iniziative degli operatori di questo territorio che, al contrario, meriterebbero più rispetto nelle loro giuste e corrette iniziative.
Non è una “stronzata”, è vero. Chiedere, per informazioni, a Gigi Ponziani e Marco Chiarini... e anche la Di Padova avrebbe da dirne...
Ora ha una Giunta di nove Assessori, una scelta che abbiamo sempre criticato quando eravamo in opposizione e soprattutto Lei in primis, in Consiglio Comunale con il suo ruolo da Capogruppo. Si ricorda cosa abbiamo detto in quell'occasione? Ad oggi posso affermare che Lei ha una doppia visione e personalità politica che è proprio l’emblema di quella che i cittadini di Teramo non vogliono più sentire.
Non è una “stronzata”. È vero, basta ricordare Gianguido con la t-shirt “Nove assessori si riempiono le tasche e svuotano quelle dei cittadini”.
Pensavo, ma mi sbagliavo, o meglio ci siamo sbagliati in tanti, che Lei rappresentasse il nuovo, il cambiamento. Al contrario ha personificato una grande delusione. Forse di nuovo c’è solo questa e qualche poltrona in più.
E qui, attenzione. Perché se la Di Timoteo, dopo tanto giudicare e, soprattutto, dopo tutto questo purismo civico, nonché dopo aver scelto di passare al Gruppo misto, approderà poi all’Italia Viva renziana, che qui si declina nell’accolita brancaleonica di ex Teramo 3,0, ex Udc, ex Azzurri, ex tutto, con la guida di un ex onorevole che non disdegna accordi miagolanti, allora tutto quello che ha scritto sarà stato solo un modo per trovarsi un posto sulla scialuppa.
E quello sì, che sarebbe una “stronzata”:
Adamo
la foglia di fico, rubrica di satira politica e politica satirica