E all’improvviso, tutti grafomani. Sarà per l’ormai rassegnata consapevolezza di aver puntato l’iceberg, ma sul Titanic di capitan Gianguido, adesso, scrivono tutti. Soprattutto quelli di Insieme Possiamo, il nucleo dell’equipaggio che dovremmo pensare più fedele al comandante. Scrivono, adesso scrivono. Tanto. Troppo. Rimediando anche epiche figuracce, perché quando scrivi ...capita che qualcuno legga.
Scrivono i tre assessori di Podemos (sì, anche la Falini !) per rispondere al parlamentare renziano Camillo D’Alessandro, che in un momento di pausa dei lavori in Aula, sembra aver scoperto l’esistenza di Teramo, e decide di vergare qualche non richiesta considerazione sulla Giunta D’Alberto e sullo stesso Sindaco. Vabbè, ci sta: del resto il visconte Tommaso da Roseto sta già facendo campagna acquisti, serve alzare un po’ il tono e far sentire la voce di Italia Viva. Anche se non ha quasi nulla da dire.
Ma D’Alessadro scrive. E gli assessori rispondono. Cito:
“Caro Camillo... Ti hanno informato delle scelte che due consiglieri comunali di Italia Viva avevano fatto alle scorse elezioni provinciali? ..... “ e ancora “Ti hanno informato di chi fossero i candidati della scorsa tornata elettorale regionale, sostenuti da quegli stessi consiglieri comunali?”
Faccio anche io una domanda: e voi che eravate così informati, VE LI SIETE TENUTI IN CASA PER UN ANNO E MEZZO, cacciandoli poi solo quando sono entrati in un partito col quale, in teoria, dovreste allearvi?
No, non affrettatevi a rispondermi... la so già la risposta. È dritta di prua...
Altro giro, altre lettere. Scrive il capogruppo Di Dario, prima affidando ai social uno “stronza” indirizzato all’ormai ex componente del gruppo, Francesca Di Timoteo, poi un comunicato stampa di scuse, nel quale dice che la parolaccia gli è partita involontariamente (?), e che la Di Timoteo “...nonostante abbia domandato scusa e chiarito con lei la vicenda, anche oggi sia tornata sull’argomento.” Come dire: stai facendo la....... .
Alla Di Timoteo scrive anche tutto il gruppo di Podemos, una “letterina” di commiato piena di stracci volanti, che conferma lo stato di nervosismo della lista, lacerata da conflitti interni e dalla spaccatura tra chi ha avuto un biglietto di prima classe e siede già sulla poltrona, pardon: scialuppa, e chi invece è stato lasciato nei piani già sott’acqua del Titanic.
Tutta la lettera alla Di Timoteo la potrete leggere qui, io mi soffermo solo su un paio di passaggi.
PRIMO PASSAGGIO / “Probabilmente la verità è un’altra: a te del progetto politico, di Teramo, della candidatura e vittoria di Gianguido è sempre fregato ben poco”. Quindi, il nucleo originale del Gianguido candidato, era composto da una che se ne fregava e una che se ne è andata, ma che è stata fatta assessore? Come dire: dimmi con chi vai...
SECONDO PASSAGGIO / “Ci siamo candidati per scrivere una storia diversa, non per ripetere una stagione passata in cui “o faccio io l’Assessore o andiamo tutti a casa”. È finito il tempo dei ricatti politici”. Quindi adesso cacciate Lancione? Quello che ha minacciato la rivoluzione per far restare la Falini assessore, lo cacciate?
È lecito che la vostra aspirazione sia quella di “non ripetere” una storia già vista, ma il destino è segnato e mentre scrivete le vostre letterine a raffica, la storia è destinata a ripetersi.
E' quella scritta sul ghiaccio di un iceberg.
Adamo
PS. Se volete accusare la Di Timoteo di avere espresso "...dichiarazioni politicamente sgrammaticate...", magari sarebbe auspicabile evitare di scrivere "alcun che" in una lettera firmata anche dall'assessore alla Cultura...