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CoronalirisC’è un gravissimo effetto collaterale nella diffusione del Coronavirus. Un effetto sconosciuto, ma evidentissimo: la pericolosissima tendenza collettiva a dire o fare qualche spaventosa gaffe. Sarà per la psicosi della malattia, per la paura del contagio, per una certa innata inadeguatezza tutta italica a fronteggiare le emergenze, ma in questi giorni se ne sentono di tutti i colori. Da una parte, sta l’esercito dei virologi (ex sismologi ai tempi del terremoto, ex ingegneri dopo il crollo del Morandi, ex capitani di lungo corso al naufragio della Concordia...), dall’altra quelli che, per lavoro o per elezione (nel senso che sono stati votati) dovrebbero gestire la situazione, ma tutti indistintamente scivolano nella tentazione di affidare alla storia una qualche corbelleria epocale.

Oggi, vi racconto quella di Guido Quintino Liris, assessore regionale,  così impegnato dal considerare i giornalisti una categoria che non merita risposta telefonica o di messaggio, ma che ieri ha trovato il tempo per ritagliarsi il suo posto nella storia del Coronavirus.

I fatti.

Sono le 13,59 e LirIs decide di ergersi a protettore del personale della Regione, diffondendo una nota che recita, testualmente: “Considerata  l’attuale situazione d’emergenza sanitaria riguardante la diffusione del Coronavirus, si invitano tutti i Direttori di Dipartimento responsabili dei Servizi che prestano attività di front office a richiedere all’utenza esterna che accede all’interno degli uffici pubblici, l’uso della mascherina di protezione”.

Dunque, chiunque entri in Regione, deve avere la mascherina. Ma perché? Qual è la ragione di questa scelta? 

La ragione c’è. Ed è serissima: “Una disposizione che si rende necessaria al fine di salvaguardare la salute e la sicurezza dei dipendenti della Giunta regionale...”.

Eccola, la verità: “... salvaguardare la salute e la sicurezza dei dipendenti della Giunta regionale...”. Dei dipendenti. Non di tutti gli abruzzesi. Certo, verrebbe da chiedersi perché il protettivo assessore non abbia pensato che sarebbe stato più semplice imporre la mascherina ai dipendenti, non ai visitatori, ma è una domanda alla quale non potremo mai dare risposta, perché Liris non risponde. Chissà, magari è al lavoro per proporre lo spegnimento del sole in estate, per proteggere i dipendenti della Giunta Regionale dalle scottature sulla spiaggia; o magari abolirà la notte, per impedire che gli stessi dipendenti si stanchino a tirar tardi. 

La gaffe dell’assessore Liris dura per fortuna solo tre ore, perché alle 16,44 diffonde un nuovo verbo: “A seguito di confronti svolti in queste ore con le Autorità competenti ministeriali e di Protezione civile nazionale,  si è reso opportuno annullare la disposizione, precedentemente annunciata, circa l’uso delle mascherine per l’utenza  che accede all’interno degli uffici della Regione, in attesa di specifiche comunicazioni ministeriali”. 

Sorridete, siamo su Scherzi a parte.

Adamo

 

la foglia di fico è una rubrica di satira politica e di politica satirica