Ho già scritto. In altri momenti. In altre occasioni, che esistono due modi diversi di vivere un’elezione a Sindaco. Quello di “fare” il Sindaco e quello di “essere” Sindaco. La differenza è più che sostanziale: chi “fa” il Sindaco, smetterà di esserlo a fine mandato; chi “è” Sindaco lo resterà per sempre. Maurizio Brucchi lo sarà sempre. A modo suo, viscerale e un po’ gallettaro, muscolare e ruvido, ma lo sarà sempre. Anche se la sua fascia è solo un ricordo da tenere in un cassetto. Lo sarà. Per indole. Per dignitoso coraggio del ruolo. E ieri sera l’ha dimostrato, con tutta la possibile evidenza di un fatto visibile. Un post. Su facebook. Nel quale ha pennellato la dimensione diversa della politica. Diversa e antica. Il post si intitola “IL SINDACO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS”, ed è un lucido e - lo ripeto - coraggioso tratteggio di un ruolo che va saputo interpretare con l’anima capace di vivere anche l’emozione di un “no”.
Scrive Brucchi: “Ho letto qualche giorno fa alcune esternazioni di alcuni consiglieri comunali di centrodestra, amici, persone che stimo e con i quali ho amministrato per tanti anni la mia città, la nostra città. Le ho lette più di una volta e dopo averci riflettuto a lungo dico che non va bene. Non è così che si aiuta il Sindaco, il nostro Sindaco, perché Gianguido è anche il nostro Sindaco, ad affrontare questa difficilissima situazione. Non è tempo di polemiche e di accuse, è tempo di essere tutti uniti per vincere questa difficilissima battaglia. In questi giorni Sky sta trasmettendo le mitiche vittorie delle nazionali, di calcio, di basket. Vittorie a volte impossibili come la semifinale di basket contro la grande Jugoslavia che solo e soltanto la forza del gruppo, lo spirito di squadra ci hanno premesso di raggiungere.
Ed allora cambiamo strategia. Il nemico da battere si chiama coronavirus ed è un nemico forte, subdolo che riusciremo a sconfiggere solo se saremo tutti, sottolineo tutti, uniti in un blocco marmoreo. Siamo Italiani, siamo Abruzzesi, siamo Teramani, forti e gentili. Mettiamo da parte le casacche e giochiamo la stessa partita. Potrebbe non essercene un’altra ed allora non buttiamo energie per cose che non aiutano. Stiamo tutti dalla stessa parte e la vittoria arriverà. Ve lo dice un Sindaco che certe situazioni le ha vissute.
Buonanotte e “andrà tutto bene”.
Nulla da aggiungere.
Se non un applauso convinto.
Adamo