I libri, no. I libri, non sono usciti dalla quarantena. I libri, hanno il virus tra le pagine... altrimenti non si spiega perché la Regione Abruzzo, che ha riaperto spiagge e ombrelloni, rifugi e ristoranti, piscine e calcetti, non abbia riaperto le biblioteche. Che sono le sue, proprio della Regione. Un tempo erano provinciali, come la splendida Delfico di Teramo, poi sono passate alla Regione. E la Regione, non le riapre. Eppure, è stato riaperto l'Archivio di Stato, sono state riaperte le librerie e anche le biblioteche universitarie, ma quelle regionali no. Restano chiuse. E non si capisce perché. Io nutro un dubbio atroce: vuoi vedere che se le sono dimenticate? Del resto, è umano l'essere portati a dimenticare luoghi che non si frequentano o, peggio, dei quali non si intuisce o non si vuole riconoscere l'importanza. Aperti i campi di calcetto... chiuse le biblioteche. Alzi la mano chi ha visto, almeno una volta, un politico giocare a calcetto. E adesso, alzi la mano chi ha visto almeno una volta un politico in biblioteca. Possibile che sia davvero questo il motivo? Che la Regione Abruzzo si sia scordata di riaprire le biblioteche? Possibile che le nostre casseforti della cultura, gli scrigni del nostro sapere, restino chiusi solo per un errore? Per un rigo saltato su un'ordinanza?
Adamo