“Granitica”. Così il Sindaco D’Alberto ha definito la sua maggioranza, nel day after del conclave all’emiciclo.
“Granitica”.
Ora, però, va interpretato, quel “granitica”.
Era inteso nel senso della compattezza d’intenti e di uomini, o di una durezza di “comprendonio” nel recepire cioè che, in una fase di diaspora, la maggioranza deve mostrare di essere tale. Così, però, non è andata oggi.
Nella convocata riunione della commissione affari generali presieduta da Lancione, anche in veste di indiretto (ma palese) tutor dell’impalpabile assessora Falini, la maggioranza era silvanica, non nel senso di passioni agresti, ma in quello - per chi se lo ricorda - del prestidigitatore del Sim Sala Bim, il mitico Silvan. Insomma, la maggioranza (granitica) c’è, ma non si vede. E se non si vede, e soprattutto non risponde all’appello, non c’è. Così, la commissione al primo appello era senza granito, al secondo anche, tanto che Lanciotutor aveva preannunciato un rinvio di 24 ore. Poi hanno cominciato a chiamare i granitici dispersi, è arrivato Carginari e... maggioranza est.
Al terzo appello.
La minoranza abbandona, la Di Timoteo si astiene, il punto (roba di aggiustamenti sul regolamento quartieri) passa. Ma è un granito morbido. Uso una metafora natalizia: D’Alberto vede un Amour Pernigotti, ma sui banchi c’é un Nurzia.
Adamo