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JWANCHIESALa “variante giuliese” nella politica locale, è un virus che colpisce all’improvviso ma che, fortunatamente, non genera effetti pandemici, essendo stato fin da subito identificato il paziente zero. Laddove il numero sta ad indicare il reale valore politico dello stesso. Di accertata origine animale, la variante giuliese è stata individuata nella popolazione felina, e ha colpito sulle prime Forza Italia, partito nel quale il paziente zero militava, convintamente ispirato dai valori azzurri del berlusconsmo più ortodosso, prima di scoprire che, per avere  una fascia tricolore (magari da poter un giorno immolare in diretta web, sull’altare della Madonna dello Splendore), non serve seguire un Silvio, ma basta un Paoletto. Dopo aver contagiato la Giulianova Patrimonio, con esiti che rischiano di condannare la partecipata alla perenne ventilazione assistita, vista la cronica carenza di “ossigeno” in cassa, la variante giuliese ha cominciato ad assumere un comportamento anomalo, già riscontrato in verità in altre realtá locali, quale diretta deriva del più antico “franza o Spagna purché se magna”, declinato in “destra o sinistra purché se miagola”. In questo caso, la variante giuliese ondivagava tra Lega e Fratelli d’Italia, avvicinandosi un po’ al Carroccio e un po’ alla Meloni, un po’ a D’Eramo un po’ a Marsilio. Viruleggiando a giorni alterni, a seconda dell’umore o dell’offerta, la variante giuliese intanto continuava a contagiare enti ed eventi, muovendosi in ogni campo, compreso quello del paddle. Resterà storico il contagio all’ente porto, dove pur di pagare un tributo alla colonia felina, ha sacrificato una categoria che non ha alcuna ragione di presenza, in un cda portuale... quella dei pescatori. Ma si sa, i gatti col pesce sono da sempre rapaci, specie i gattarroni da cartone animato, che esercitano il gioco visibile del potere, anche considerando la fascia tricolore alla stregua di un diritto di parcheggio per il proprio suv (perché i micetti amano i suv), su tutti i divieti di sosta comunali. Ma torniamo al contagio politico, dopo una lunghissima quarantena, tutta mediaticamente seguita dai blogger miagolosi,  la variante giuliese ha scelto la Lega. Certo, é solo un caso che la vexata quaestio si sia risolta subito dopo la nascita del Governo e che, sempre per un caso, tra i due partiti la variante giuliese abbia colpito quello che è avrà suoi ministri e non quello che ha deciso di non entrare. È solo un caso che, tra il partito che gli offriva una possibile futura candidatura regionale e quello che gli offriva anche fin da subito un ruolo da coordinatore provinciale, abbia scelto quest’ultimo. Ed è sempre un caso, che tutto avvenga alla vigilia della decadenza (se la memoria non ci inganna) del rappresentante abruzzese alla Corte dei Conti,  con l’imminente necessità di trovare qualcuno che voglia sacrificarsi, per un milione di euro in cinque anni. La Lega, è noto, aveva messo un veto, sul nome del “gatto maior”... chissà se, contagiato dalla variante giuliese, D’Eramo abbia cambiato idea... intanto, la notizia del contagio ha già prodotto due effetti. In casa Fratelli d’Italia, anche alla luce di tutti i distinguo che Giando Morra aveva sgranato dal suo rosario, in moltissimi festeggiano per lo scampato pericolo, ormai immuni dal contagio miagoloso; in casa Lega sono cominciate le corse ai “vaccini”... e i primi cinque hanno già presentato la prenotazione. Non saranno gli unici, anzi: si dovranno stabilire fasce vaccinali, vista la richiesta. Perché, si sa, l’unico modo per debellare un virus... è lasciarlo solo.

Adamo

La foglia di fico è una rubrica di satira politica e di politica satirica