Non ho ancora mai scritto di IdeaTe. Non perché non mi sembri una buona cosa, anzi: mi sembrava fatta bene anche la Teramo 2020 di Gianni Chiodi, anche se poi non se ne fece nulla. Le città devono “pensarsi” coi verbi al futuro, non si può vivere di asfalti e piccole manutenzioni.
Servono idee e progetti.
E il Comune ha lanciato ideaTe.
Bene.
Tante idee. Alcune interessanti, altre bislacche, qualcuna curiosa.
Una, tra tutte, ha attirato la mia attenzione.
Si intitola “Rigenerazione urbanistica e culturale del vecchio cinema Apollo”. E mi ha colpito per più motivi.
A cominciare dalla firma del proponente: Luca Pilotti, consigliere comunale, ex capogruppo del Pd.
Prima considerazione: perché un consigliere comunale, che potrebbe e forse dovrebbe presentare un progetto come questo in Consiglio, lo fa su una piattaforma aperta al pubblico? Non che sia vietato, ma è curioso. È un po’ come avere il Telepass, ma poi fare la fila al casello per prendere il biglietto.
Seconda considerazione: perché un consigliere comunale, che potrebbe e forse dovrebbe partecipare il progetto al suo gruppo, lo presenta a nome proprio? Non che sia vietato, ma è curioso. È un po’ come avere il Telepass su un pullman, ma poi fare la fila al casello per viaggiare da solo.
Terza considerazione: in una città nella quale, da anni, il Comune annuncia piani di dismissione di immobili, andiamo a caricarci di un altro “scatolone”? È un po’ come avere il Telepass su un pullman vuoto e vecchio, che cerchiamo di rottamare perché non ci serve, ma poi fare la fila al casello per andarne a comprare un altro, che ci serve ancora meno.
Quarta considerazione: che cos’è “la rigenerazione urbanistica e culturale del vecchio “Cinema Apollo”?
Leggo dal sito di IdeaTe: “creare una struttura che attraverso l’interazione tra Comune e soggetti istituzionali presenti sul territorio, offra servizi culturali a vantaggio della didattica delle diverse forme di educazione alla socialità e alla cultura, implementando l'offerta culturale e che, attraverso il miglioramento della qualità urbana, sia in grado di rivitalizzare la vita di un'ampia porzione del centro storico, generando anche flussi economici, attraverso la restituzione alla Città, con nuove funzioni, di una struttura capace di operare nell'arco dell'intero anno e divenendo importante centro di aggregazione”.
Ottantacinque parole senza un punto.
Appena è apparso sul sito, due accademici della Crusca sono stati ricoverati. Il terzo pare sia impazzito alla lettura del progetto. Confesso che anche io, quando avverto l’impastato declinare del burocratese in purezza, avverto una forma di orticaria genitale, che mi costringe alla traduzione in volgare. Lo faccio: trattasi di scatolone, a mio avviso inutile, costoso perché di proprietà di un privato (che dovrebbe vendercelo), in una zona senza parcheggio, per creare spazi destinati alla didattica culturale.
Già, ma quale didattica? Teatrale forse? No, perché gli spazi non lo consentono. Musicale forse? No, perché c’è già il Braga. Coreutica forse? Siamo pieni di scuole di danza.
Musicoterapia forse? No, perché Pilotti ha interessi familiari nel campo, e sarebbe un potenziale conflitto antipatico.
Un dubbio a margine: quando Pilotti pensa alla “rigenerazione”, immagina anche cosa dire a quelli che hanno acquistato appartamenti e studi professionali? Li sfrattiamo, in nome della didattica della socialità? Li cacciamo per il bene dei “flussi economici”, che di genererebbero?
E poi, se anche tutto questo fosse possibile (e secondo me non lo è) e utile (e secondo me lo é ancora meno), dovremmo spendere chissà quanto per “rigenerare urbanisticamente” un ex teatro ormai totalmente trasformato, in una città che dovrebbe spendere sì, ma per fare un teatro vero?
No, secondo me il progetto non si regge... non ha midollo.
Anche perché, non sarà sfuggito al consigliere Pilotti, che questa è la città del non vincitore di Sanremo... e non abbiamo neanche un teatro da intitolargli.
ADAMO
La foglia di fico è una rubrica di satira politica e di politica satirica