Com’è che diceva Aldo? “Gente che va, gente che viene…”. Il film, per chi non lo ricordasse, era “Chiedimi se sono felice” e, nel piccolo mondo di questa mia rubrica, oggi provo a dare una risposta io. E la risposta è NO, non sono felice. Ogni volta che m’imbatto nelle cose della Ruzzo reti, la società che gestisce il ciclo idrico teramano, non sono felice.
Anzi: mi viene un magone…
E’ successo anche stamattina, leggendo la convocazione del Consiglio di amministrazione della Ruzzo Reti spa, previsto per questa mattina, alle 11,30.
M’è venuto un magone, alla lettura dei primi due punti.
Voi direte: perché? Che t’hanno fatto i primi due punti?
A me niente, ma ad un dirigente del Ruzzo rischiano di fare male. Molto male. Soprattutto il primo punto, quel “Personale: provvedimenti” che in realtà andrebbe letto in un altro modo, più o meno così “Oggi licenziamo un dirigente”.
No, non quella dell’incendio al depuratore, che è già stata licenziata e con la quale pare stiano trattando una transazione, che prevede una buonuscita di due anni di stipendio. Pare.
No, oggi sembra che vogliano licenziare quello al quale hanno fatto arrivare una lettera con 13 punti di contestazione, alcuni dei quali - avrebbe sostenuto nella sua risposta - non riconducibili alle sue aree di competenza, ma tant’è. Evidentemente, c’erano i motivi - e gravi - per arrivare alla fine del rapporto di lavoro. E poi, si sa, succede di continuo nelle aziende: quando un management decide di licenziarti, prima o poi ti licenzia. Anche se poi va a finire che c’è da pagare qualche transazione costosissima, ti licenziano e basta. Può addirittura succedere che ti cacciano anche se non stai tanto in salute. I management sono fatti così, sono inflessibili. Per il bene dell’azienda, questo e altro (laddove “bene” è un concetto soggettivo di libera interpretazione del management stesso).
Ma non è questo il caso.
Dico così, come casistica generale.
Al Ruzzo non succede.
Al Ruzzo, se qualcuno viene licenziato, è perché di certo non “esistono più i presupposti per la prosecuzione del rapporto di lavoro”.
E poi, chi lo dice che “Personale: provvedimenti” significa che licenziano qualcuno?
Magari, mi sbaglio.
Magari vogliono premiare qualcuno.
Magari aumentano lo stipendio a tutti, oppure fanno una quarantina di assunzioni di fontanieri, o chissà, si convenzionano con un’altra cooperativa che gestisca i front-office.
Tutto può essere, no?
C’è scritto solo “Personale: provvedimenti”.
Provvederanno, poi sapremo.
Nessun dubbio, invece, sul punto due, questo è chiarissimo: “Bando di selezione per la ricerca di n. 1 Dirigente cui conferire I'incarico di Direttore Tecnico della Ruzzo Reti S.p.a”.
E qui non si sbaglia: cercano un direttore tecnico.
Se fosse vero quello che penso del punto 1, sarebbe appunto come diceva Aldo “gente che va, gente che viene…”, o meglio: dirigenti che vanno, dirigenti che vengono…
Che poi, a far due conti, qualcuno potrebbe addirittura ipotizzare che sembri fatto per chiudere con un “saldo a zero”, ovvero prendi un dirigente, ma ne mandi via un altro, così non aumenti i costi.
Ma no, non è così. Queste sono cose da Monopoly, mica da management, qui c’è da amministrare milioni di euro e garantire che i rubinetti di migliaia di persone non restino a secco, mica da comprare Parco della Vittoria.
Perché l’acqua non è un gioco, e viene dal Gran Sasso… non dai Bastioni.
Perché se fosse davvero un gioco, una partita a Monopoly, verrebbe da chiedersi se nel mazzo delle probabilità ci sia la carta che spiega se il punto 5 del Cda di oggi, “Procedure operative "gestigne volture incomplete" e "gestione reclami”, sia di fatto il tentativo di risolvere un problema, che - per ammissione del management - problema non è mai stato, e cioè le maxibollette.
Come dite?
Nessuna probabilità?
Allora, erano nel mazzo degli imprevisti.
Infatti, non se le aspettava nessuno.
Chiedeteci se siamo felici.
Adamo
La Foglia di Fico è una rubrica di satira, di politica e di satira politica