C’è sempre, nel multiforme mélange della popolazione di provincia, un certo numero di tipi umani ben caratterizzati. Tra questi, da sempre, quello che più incarna un certo trito e vieto provincialismo, è il bastian contrario a prescindere. Si tratta di un personaggio particolarissimo: si nutre di ogni fermento polemico, purché contrario a quello che, in qualche modo, sia identificabile con un potere pubblico riconosciuto. Avendo, quasi sempre, molto, troppo tempo libero, lo spende collezionando cause (spesso perse in partenza, se non del tutto sproporzionate) alle quali dedicarsi con un impegno totale. Perché l’essenza stessa del bastian contrario è quella di mostrarsi davvero impegnato. E sottolineo “mostrarsi”, perché lo scopo principale, addirittura prioritario rispetto al tema stesso della protesta, è assumersene il merito. Il bastian contrario, in cuor suo, si sogna capopopolo, ma di quel popolo minore, marginale, periferico, che accorpa i qualunquisti scontenti, i pressappochisti critici, i dietrologi scoglionati e i complottisti cacacazzo, cioè tutti quelli che riescono a sentirsi vivi, o quasi, solo quando possono dir male di qualcuno. A Teramo, caso piú unico che raro, i bastian contrari hanno anche una curiosa deriva genetica, che arriva fino ad assumere una caratterizzazione familiare, quella dei Raiola. Bastian contrari con rigida connotazione anagrafica.
Raiola senior, Raffaele, l’abbiamo conosciuto impegnato nella guerra fratricida del Comitato di quartiere di Colleatterrato (dalla quale uscì malconcio), poi l’abbiamo visto impegnato sul teatro romano, poi sulla riqualificazione urbana, poi sulla costruzione del nuovo ospedale... solo per citare a memoria le sue epifanie bastiancontrariche.
Raiola junior, Michele, si dedica invece al mondo della scuola, ondivagando tra superiori e università, senza che si comprenda bene quale ruolo abbia e, soprattutto, a nome di chi parli. Ma parla. E quando non parla, intervista... finanche la sua fidanzata, alla faccia del conflitto di interessi.
Nella strategia “esistenziale” dei The Raiolas, l’importante, infatti, iè farsi intervistare. Televisioni, giornali, radio, siti web, blog, giornalini di quartiere... un’intervista non la si nega a nessuno. Perché, come negli esempi peggiori della politica che tanto criticano, sanno benissimo che un capopopolo, anche se solo capopopolino, si alimenta dell’apparire. Esiste nell’eco di un nome che rimbalza.
Il problema, però, è che - grazie ai social - la comunicazione giornalistica non è più unidirezionale, non è più passiva, non si limita a garantirti visibilità, pretende risultati.
E allora, quando i risultati mancano, quando in ogni battaglia che sposi finisci, inevitabilmente, per fare la fine del 2 di coppe con la briscola a denari, devi alzare la posta. E The Raiolas lo sanno.
Non paghi di essere l’uno fondatore e l’altro coordinatore dell’associazione Demos (quella che ha invitato il non vincitore di Sanremo a proporre idee per il teatro “greco” - ipse dixit - di Teramo) i Raiolas si sono lanciati in una nuova esperienza associativa. Si chiama “Teramo città solidale”, della quale Raiola senior è presidente e Raiola junior è portavoce della sezione giovani (non si ha notizia di altri iscritti, a meno che la Raiola wife non sia la responsabile della sezione femminile) e ieri ha scritto una pagina epocale, nella storia del bastiancontrarismo di provincia. Seduti ai due capotavola della riunione, i The Raiolas hanno incontrato il consigliere regionale Dino Pepe.
Ai capotavola, sì... al posto d’onore... perché anche le foto parlano sui social... (vedi foto sotto)
Tema dell’incontro?
Lo lascio dire a Pepe: “Oggi ho incontrato il coordinamento dei comitati di quartiere con il suo Presidente Domenico Bucciarelli e alcuni rappresentati, Demetrio Rasetti, Franco De Angelis, Adalberto Casalena nonché il presidente dell'associazione “Teramo città solidale” Raffaele Raiola e il portavoce dell'associazione “Teramo città solidale sezione giovani” Michele Raiola per discutere di problematiche importanti quali la situazione sanitaria locale, il recupero del Mazzini e le tariffe autostradali della A/24-A/25”
Avete letto bene?
I The Raiolas, insieme ai comitati di quartiere, hanno incontrato un consigliere regionale, per analizzare una serie di temi dei quali dirò poi, perché prima voglio fare una domanda: che c’entravano i Raiolas? Se era un incontro coi quartieri, loro che c’entravano?
Vero è che, visti i temi, la loro presenza era fondamentale:
- situazione sanitaria locale,
- il recupero del Mazzini
- Le tariffe autostradali della A/24-A/2
Come dite?
Che c’entra un’associazione con questi temi? Io credo pochissimo...
Come dite?
Quanto potranno incidere i The Raiolas su questi temi? Io credo meno di pochissimo...
ma volete mettere quante interviste ci escono?
La democrazia partecipata è un gande traguardo di civiltà, ma non è che proprio tutti tutti devono partecipare...
ADAMO