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IpogeocoppaSarò impopolare, lo so. E qualcuno commenterà queste mie righe, tacciandomi magari di anti-italianità. È che, per quanto felice per la vittoria degli Azzurri, io questa mania di dover manifestare la “gioia incontenibile del popolo italiano”, arrampicandosi sui monumenti, non la capisco. Anzi: la contesto. La considero una cristallina manifestazione di quella sottocultura dilagante che, in questo Paese, ha fatto del calcio una “cosa importante”, vitale quasi. Se fossimo un Paese civile, coglieremmo la fondamentale differenza che passa tra le “cose importanti” e un “gioco”. Perché, per quanto miliardario, il calcio quello è… o meglio dovrebbe essere: un “gioco”. Uno spettacolo. Un momento di collettiva partecipazione, magari di sana competizione. Non una “cosa fondamentale”, al punto che se la tua squadra vince, tu a tua volta acquisisci il diritto a violentare monumenti e beni pubblici, perché devi “festeggiare”. Sia chiaro, la festa ci sta: ho cantato anche io nell’82 nelle strade e anche io, nel 2006, ho festeggiato girando col lo scooter imbandierato, ma senza mai aver la tentazione di appropriarmi, di prepotenza, di un privilegio negato sempre a tutti, come quello di entrare nella fontana di piazza di Spagna, o arrampicarsi sui basamenti dei monumenti milanesi o, tanto per restare a Teramo, salire in massa sull’Ipogeo (che non è neanche un monumento e, giova ricordarlo, non ha un “tetto” pensato per reggere una folla). 

Monumenti a parte (tanto la retorica pallonara del Belpaese giustificherà l’euforia dei tifosi) quello che davvero mi chiedo, è quanto ci costerà? Tutto questo festeggiare di folle stoltamente assembrate, quanto ci costerà? In termini di contagi, di nuove zone rosse, di ricoveri, di posti di lavoro, di morti anche. Quanto ci costerà? Davvero una coppa, per quanto importante, vale il vanificare tutti gli sforzi fatti in questi due anni? Davvero l’euforia incontenibile del popolo italiano, vale meno della guerra al Covid? Perché non so voi, ma io non ho visto mascherine tra folla, né sui volti degli assembrati sui monumenti. 

Ma in fondo, che importanza ha?

Siamo campioni d’Europa no? 

Il resto non conta…

ADAMO

Milanocoppa