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stadiobonolis teramoChe fine ha fatto il Pef dello Stadio? Se ne era parlato per giorni e giorni, facendone il tema politico centrale della vita cittadina, e ora?

Il Pef non torna in Consiglio.

Non per ora. Non a breve. Perché? Eppure (e anche io ne sono convinto) era una buona cosa per il Comune, perché la gestione dello Stadio costa e il rischio di ritrovarci, in mancanza di un gestore, con un “fardello” pesantissimo sulle spalle e con l’incubo di ripetere l’esperienza negativa del vecchio Stadio abbandonato a sé stesso, è un rischio che dobbiamo evitare.

Ma il Consiglio non l’ha votato, non l’ha approvato.
Ha discusso, ma non votato.
Chiedendo un approfondimento all’ufficio legale del Comune. La questione, per chi non se la ricordasse è questa: lo stadio è affidato in concessione, il concessionario (che è la Soleia di Franco Iachini), propone un piano di investimenti corposo, con negozi, nuove strutture sportive, servizi, posti di lavoro e, in cambio, chiede di prolungare la gestione fino al 2080, mentre la concessione originaria prevedeva un ritorno al Comune nel 2035. Il quesito, e qui la questione si fa complessa, è: questo “l’allungamento è una semplice modifica della convenzione, e quindi può approvarla il Comune, oppure è uno stravolgimento dell’accordo iniziale tale da prevedere una nuova gara pubblica, aperta ad altri potenziali imprenditori interessati alla gestione?” 

L’ho fatta semplice, ma è questa in soldoni la questione. Il Consiglio, dopo ampia discussione, come si usa dire (in realtà fu più uno scontro su posizioni in parte precostituite), ha deciso di chiedere un parere all’Ufficio legale.

E l’Ufficio legale ha risposto.

Senza dire no, ma senza dire sì.

Secondo indiscrezioni raccolte da certastampa, la posizione della dirigente dell’Avvocatura comunale, Mimma Cafforio, sarebbe stata quella di considerare una modifica alla convenzione possibile, ma solo negli spazi concessi da un accertabile “danno” legato ad un evento imprevisto. Faccio un esempio: se lo stadio avesse perso a causa del Covid (cioè l’evento imprevisto) incassi commerciali pari ad 1 milione di euro, allora sarebbe possibile una modifica tesa a consentire al concessionario la possibilità di recuperare la somma perduta, perché la logica di ogni concessione è che il concessionario ottenga un utile, così da essere interessato alla gestione del bene pubblico. In questo caso, però, l’Ufficio Legale avrebbe rilevato una modifica sostanziale della convenzione, tale da pretendere probabilmente una nuova gara. Vero è anche, però, che qui non si tratta di un “evento imprevisto”, ma di una convenzione che ab origine non funziona e che, soprattutto, non ha mai consentito ai concessionari una gestione che producesse utili. L’evento imprevisto, dunque, è proprio la base stessa di una convenzione che deve essere rivista, specie alla luce del fatto che c’è un imprenditore pronto ad investire. 
E adesso, dopo il parere dell'ufficio legale, che succede?

La questione si è complicata ulteriormente, perché nella sua disamina, l’Avvocato del Comune consiglia un supplemento di istruttoria, da affidare magari al consulente del dirigente comunale responsabile del provvedimento, ovvero Remo Bernardi, che si era avvalso della società specializzata Deloitte. Ed è proprio alla Deloitte, che adesso torna il caso, con la richiesta di una nuova consulenza che possa aiutare a dirimere la questione. Per questo il Pef dello Stadio non torna ancora in Consiglio

 

ADAMO

 

 

La foglia di fico è una rubrica di satira, di politica e di satira politica