Non mi piace “Sport sotto la stelle”. Non mi piaceva quando si chiamava “Sportissimamente”, e non mi piace adesso. Nella mia scala di valore dell’utilità, nella quale idealmente incasello tutte le manifestazioni cittadine, Sport sotto le stelle è allo stesso livello di inutilità del Di Venanzo. Il che, ovviamente, non significa che si tratti di manifestazioni da cancellare, anzi: ognuno ha il diritto di organizzare quello che vuole, come e quando vuole, purché si resti nei binari del lecito e del poco costoso per le casse pubbliche. Io, peró, ho il diritto di criticare quello che non mi piace, e questa sagrona popolana (non popolare), imperniata sull’effimera vetrina dello sport in città, secondo me non ha senso. Soprattutto quest’anno. Perché la pandemia non è finita. Perché ci sono regole che vanno ancora rispettate. Invece, nel pienone affollato e assembrato del Corso, tutto è lontano, dimenticato. Frotte di adolescenti senza mascherina, gruppi di adulti in allegra comitiva … e nessun controllo. E allora mi chiedo perché a Campli, solo un mese fa, per entrare in paese e andare alla sagra, servisse un biglietto e la mascherina. Obbligatoria, anche solo per passeggiare sul Corso. E mi viene in mente che ad Alba, solo venti giorni fa, per entrare allo spettacolo di Brignano, in piazza, ai mille e non più mille che avevano acquistato il biglietto, venivano controllati temperatura e green pass. A Sotto le stelle no. Tutti sul corso appassionatamente, senza controlli o limitazioni, senza mascherine se non per assistere a qualche esibizione. Troppo poco, e troppa gente, secondo me. Servivano più controlli e ingressi contingentati... oppure, si poteva rinviare... come per la Coppa Interamnia... Tra i tanti, importantissimi insegnamenti dello sport, c'è quello del sacro valore delle regole.
Peró, se il più praticato sport nazionale è aggirare le regole, questa è una manifestazione riuscitissima…
ADAMO
La foglia di fico è una rubrica di satira, di politica e di satira politica