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AdamoprovinciaCuriose, le elezioni provinciali. Uno pensa che non servano a niente, che siano solo una sorta di rinnovo delle cariche sociali in una grossa polisportiva, e invece scopri che, tra quelle schede colorate, trasuda più politica di quanta se ne trova in sei mesi di dibattito parlamentare. Così, mentre San Berardo accompagna stancamente questa domenica teramana (con l’immancabile Fiera che immancabilmente continua a somigliare ad un mercato bis), il seggio di via Milli mette due punti fermi nella vicenda politica teramana. Nel senso di Teramo città. 

Nel senso della corsa per la fascia tricolore.

Uno a sinistra e uno a destra.

A sinistra, quello di una coalizione che imbarca i cinque stelle, ma perde un voto (il già critico Befacchia, I suppose) e perde anche seggio, anzi: perde l’occasione di strutturare un accordo con Sottanelli (e quindi con la coalizione che governa il secondo Comune della Provincia), perché D’Alberto chiedeva il commissariamento di Ruzzo e Bim. Più grave, politicamente, anche la scelta di far votare a Teramo la giuliese Alberta Ortolani, sulla base di un presunto accordo con Articolo 1 voluto dall’assessore Andrea Core e che … Articolo 1 non ha onorato, mettendo in palese difficoltà il suo stesso assessore, col quale il Sindaco deve necessariamente avviare un confronto che non è più rinviabile. 

A destra, quella di una coalizione che vince, ma solo perché la civica “SottiGatti” (lo so che non è bellissima, ma mi piace di più  del “Gattinelli” che ho letto altrove), ha scardinato le logiche partitiche e, con una civica trasversale, ha sfoderato un “tana libera tutti” che disintegra tutte le strategie politiche del Centrodestra. 

Perché, checché ne dicano D’Annuntiis e Pagano, che hanno già commentato la “vittoria” e tutti quelli dei partiti che lo faranno, il Centrodestra non ha vinto. Ha perso 4 a 3 col “SottiGatti”. Ed è un risultato che pesa, specie alla luce del fatto che la Lega, in vista delle future candidature al Comune di Teramo, non aveva mostrato entusiasmo alla notizia del ritorno in politica di Gatti. Anzi: c’era anche chi rivendicava una sorta di diritto di precedenza, a favore del Carroccio, nella distribuzione degli equilibri di coalizione. Questo risultato cambia tutto. 

E da questa mattina, qualcuno ha capito che quel “Renew Teramo” non era “Renew la Provincia di Teramo”. 

ADAMO