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LUCACORONANel “simpatico” e inutile gioco delle votazioni senza senso, che concede tre giorni di goliardica spensieratezza ai mille “grandi" (mai termine fu usato peggio) elettori, prima di scegliere il nuovo Capo dello Stato, quello dei nomi votati a “pene di levriero” è il più fastidioso. Nel secondo scrutinio, scomparsi Antonio Razzi e Alfonso Signorini, che avevano avuto un loro voto di presenza il giorno prima, sono comparsi invece Giovanni Rana e Dino Zoff, forse per l’abilità del primo di mettere le mani… in pasta e per quella del secondo di difendere i colori del BelPaese. Battuta a parte, ho avuto un momento di pura emozione quando ho sentito il presidente Fico leggere, consegnandola alla storia, la scheda col nome “CORONA”.

Prima di scoprire che si trattava di Mauro, l’alpinista scrittore, ho sperato, con tutte le mie forze, che fosse un voto per lui, per Luca, il consigliere comunale teramano.

Ho sognato che, in un rigurgito di serietà, il Parlamento a camere riunite si accorgesse del cristallino talento politico del Corona teramano, al quale, qualche giorno fa, ho dedicato un mio articolo, che vi consiglio di rileggere QUI, prima di proseguire, perché il buon Corona mi ha risposto. 

Una risposta che si può riassumere in quattro  punti:

  • Corona lavora, io no
  • Io scrivo baggianate
  • Le baggianate che scrivo me le detta qualche politico
  • Gli addetti ai lavori ridono del mio articolo

In sostanza, Corona sostiene che nel momento in cui la Giunta Brucchi approvava un progetto di pista ciclabile in viale Crispi, simile ma peggiore di quello attuale che Corona contesta, lui stava spegnendo un incendio a Piano d’Accio, e che non essendo assessore non ha approvato nulla. Non ho tempo né voglia per spiegare a Corona le bellezze della lingua patria (che egli usa spesso con disinvolta inappropriatezza), ma per favore qualcuno gli faccia capire che “sostenere” una maggioranza da consigliere comunale, non significa essere assessore. Qualcuno traduca il mio articolo a Corona, per fargli comprendere che POLITICAMENTE si è responsabili delle azioni della maggioranza che si sostiene.

Contro quella pista ciclabile, Corona non disse nulla. Contro quella attuale (identica, ma senza cordoli, quindi migliore) si è scagliato. 

Tutto qui.

Una palese manifestazione di incoerenza, finalizzata al lucrare visibilità sul web o in qualche tg compiacente.

Non c’è niente di male.

È tipico della politica all’italiana.

Poi, però, può succedere che qualcuno - quorum ego - se ne accorga. 

E lo scriva.

A quel punto, si dovrebbe incassare e tacere.

Invece no, Corona risponde.

E insulta.

Anche accusandomi di scrivere le mie “baggianate” sotto dettatura di un assessore.

Evidentemente avvezzo al farsi portatore di altrui pensieri, Corona non considera la possibilità che esista qualcuno che, per esperienza, professionalità, capacità e … in questo caso soprattutto memoria, possa rispolverate un progetto di sei anni fa.

So che Corona ama i reggimicrofono afasici, ma purtroppo per lui - e per tanti altri - esiste ancora chi “è” giornalista e le notizie se le va a cercare.

Perché - caro Corona - come diceva tanti anni fa un maestro della mia professione, la “notizia è tale solo se è qualcosa che qualcuno non vuole che si sappia”:

Lei, ovviamente, tutto questo non lo può sapere. Perché lei, nella limitata percezione politica del mondo che  trasuda dalla sua risposta (nella quale peraltro non ha mai avuto le palle di citarmi), ha preferito dedicare il suo tempo ad insultarmi e non a rispondere alla mia domanda.

Quando si viene smascherati, si deve avere la coraggiosa umiltà di chiedere scusa, non l’arroganza di insultare chi ti smaschera.

Sennò, la figura di cacca raddoppia.

Però, a ben riflettere, in lei scorgo per la politica e per il gioco democratico (che ricomprende anche la Stampa) lo stesso identico rispetto di chi, nella scelta del 13esimo Capo dello Stato, ha votato Giovanni Rana e Dino Zoff.

Per questo, la candido ufficialmente alla presidenza della Repubblica.

LUCA CORONA FOR PRESIDENT

Come dite? Non posso perché non ha ancora 50anni?

Che peccato!

Che occasione perduta, per il Paese!

Vabbè, ce lo terremo a Teramo…così avrà tempo di spiegarmi chi siano gli “addetti ai lavori” che ridono del mio articolo.

Ammesso che abbia le palle per dirlo… ovviamente.

ADAMO