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Vendettaruzzo


Vendetta, tremenda vendetta.

Basta col Ruzzo. Ai Comuni teramani serve un nuovo gestore del servizio idrico integrato (cioè acqua, fognature etc).
È quello che chiede l’Ersi, l’Ente Regionale di Sviluppo idrico, al Presidente della Provincia e ai Sindaci, in una lettera che recita: 

“Gentile Presidente, alla luce delle recenti novità in materia di Concorrenza sono a chiederLe di voler convocare l’ASSI per avviare con i Sindaci il percorso per il nuovo affidamento del Servizio nelle forme di legge”.

Come dire…non si beve di solo Ruzzo, potete scegliere un alto gestore cui affidare tutto il ciclo idrico.

Quello che dimostra che questa, peró, non è solo una questione di concorrenza, è il il passaggio successivo, che svela i contorni di un altro problema: “… il confronto è quanto mai necessario visto il recente Ricorso al TAR di L’Aquila con cui Ruzzo Reti S.p.A. ha impugnato un parere di controllo analogo di questo Ente (l’Ersi ndr). Evento che rischia di minare il rapporto di fiducia che deve sussistere tra concedente e concessionario per il permanere dell’affidamento”.

No, non è una questione di concorrenza, ma di potere. 

Anzi: di ruoli… di potere

Di riaffermazione dei ruoli di potere.

Andiamo ai fatti.

Fatto n.1

Nel  2023 scadrà la concessione del servizio in house al Ruzzo.

Fatto n. 2

Il Ruzzo ha impugnato un atto dell’Ersi e con questa nota ERSI ha portato all'attenzione di tutti i comuni teramani che i contenziosi col Ruzzo (che ha portato al TAR un parere "obbligatorio e vincolante" di controllo analogo) potrebbe minare la procedura di affidamento in house il prossimo anno.

Fatto n.3

L’Ersi vuole vendicarsi

Fatto n.4

Starà  all’Assemblea dei Sindaci la valutazione di un eventuale cambio di gestore. Anche se appare estremamente improbabile che i Sindaci possano scegliere un altro gestore, visto che del Ruzzo sono proprietari. 

Questi i fatti.

Altra cosa è interpretarli

Da una parte, infatti , c’è il Ruzzo, che teoricamente rischia di perdere il motivo stesso per il quale è nato, dall’altra c’è un ente regionale che sembra  sentirsi  al di sopra della legge e sostiene su fatto che un ricorso previsto dalla legge, “metterebbe a rischio l’affidamento“.
Come dire: praticamente quello che dice l’Ersi è insindacabile.

Se in questa lettera, il  presidente dell'Ersi, il 72enne Nunzio Merolli (quota Lega), si fosse limitato al ricordare le regole della concorrenza, sarebbe stato ugualmente efficace. Ma quel passaggio sul contenzioso e la fiducia, in pendenza del giudizio del TAR, fa di questa una "vendetta", un atto di inutile e prematura rivendicazione di potere, evocando il sottinteso arrogante privilegio che sostanziava il delitto di lesa maestà. 

Per definizione, lontano secoli dalle esigenze dei cittadini che pagano sì le bollette del Ruzzo... ma anche e soprattutto le tasse che finanziano gli stipendi dell'Ersi.

ADAMO