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MinistrobianchiMinistro Bianchi, sono padre di una ragazza che, quest’anno, dovrà sostenere l’esame di maturità. 

E mi vergogno.

Mai, come quest’anno, “sostenere” è il verbo giusto,  perché quello che questa classe politica, talmente inadeguata da non riuscire a trovare un presidente della Repubblica, chiede ai nostri figli, non è di provare quanto siano preparati, né di dare un senso ad un quinquennale percorso di studi. Al contrario, chiede di affrontare una prova di maturità ridicola, pur di “sostenere” l’immagine di un Governo che, sulla scuola, ha mostrato di essere totalmente incapace di intercettare la reale portata di questo momento storico. Il ministro Bianchi (nella mia personale classifica, uno dei peggiori della storia dei “ministri della scuola”… e ne ho visti di ministri!) pur di “sostenere” la sua stessa esistenza ministeriale, commenta tronfio che “Si sta lentamente tornando alla normalità”. 

Cioè, nella percezione del Ministro, che pure dovrebbe saper far di conto, essendosi dedicato per tutta la vita alle questioni economiche, passare da un esame totalmente orale ad uno con due scritti, significa “tornare lentamente alla normalità”?

Imporre ai maturandi, comunicandoglielo l’ultimo giorno di gennaio, un esame con due scritti, significa non avere la benché minima percezione della realtà della scuola italiana, ignorando totalmente la “tragedia” didattica collettiva degli ultimi due anni e, soprattutto, puntare solo ed esclusivamente alla riaffermazione meramente simbolica e propagandistica di una “normalità” non normale, al solo scopo di lucrare una visibilità politica.

Per non parlare del pietoso riferimento all’Educazione Civica, divenuta all’improvviso un tema quattro stagioni per una classe politica  che, mentre il Paese arranca, si diverte a votare per Signorini e Zoff al Quirinale. 

Se davvero, il ministro Bianchi, avesse voluto dare un segnale della “ripartenza” della scuola, avrebbe dovuto scegliere sì il ritorno ad una sola prova scritta, quella di italiano, riservando poi all’orale una discussione libera, solo parzialmente “scolastica”, sulla fase storica attraversata dalla generazione che ha più pagato la pandemia. Una “chiacchierata” che potesse cristallizzare una vicenda umana forse irripetibile, per crearne una lettura storica nel presente ed affidarla al futuro.

E invece, no. 

Bianchi impone il doppio scritto, per venderci una normalità che non esiste, per illudersi che il Ministero ha ben operato e che, applausi, tutto sta tornando alla quotidianità pre-Covid.

Io non so che Italia si veda, dalle finestre del Ministero dell’Istruzione, ma è un’Italia nella quale, evidentemente, gli ultimi due anni non sono stati scolasticamente devastati dal Covid. Quella che vede Bianchi, non è l’Italia della vergognosa dad, delle scuole chiuse, delle lezioni massacrate dalle assenze e dei ridicoli banchi a rotelle.

Nell’Italia del Ministro, tutto va bene, i nostri figli dopo due anni di non scuola potranno sostenere un esame che promuoverà solo l’immagine del Ministero.

Ministro Bianchi, sono padre di una ragazza che dovrà sostenere questo assurdo esame, e per questo mi vergogno. Di lei.

ADAMO

 

La foglia di Fico è una rubrica di satira, di politica, di satira politica e di politica satirica