Da quando si è autonominato responsabile dell’unità “pre-politica” dei rapporti all’interno della maggioranza, Luca Pilotti segue tutte le mattine la stessa routine. Entra nella sala di controllo della Maggiority Report e accende il sistema di interconessione cerebrale coi suoi ispiratori politici, Occhetto, Zingaretti e Donald Duck, che galleggiano in una piscina di nanoparticelle lattiginose, nascosta sotto le rotonda dell’Ipogeo.
Poi, coi guanti del metaverso comprati su Amazon a 9,95, comincia a far girare le palle.
Nessuno, le fa girare come lui.
E le fa girare, fino a quando non esce una palla rossa, con il tema dell’argomento che dovrà usare per fare un intervento in consiglio.
Un intervento polemico.
Quello che nessuno ha spiegato ai “prePilot” galleggianti, è che Pilotti è, o meglio dovrebbe essere, anzi: pare che sia un consigliere di maggioranza.
Di quelli che, secondo logica, gli argomenti “politici” li dovrebbero trattare nelle riunioni della maggioranza, non esporli in Consiglio per mettere in difficoltà un assessore o il Sindaco stesso.
A meno che, ovviamente, quella che si sta cercando non sia una risposta politica, ma una vetrina, uno spazio di visibilità, un momento di pubblica esistenza, utile a dimostrare la propria partecipazione alla vita amministrativa della città.
L’ultima palla rossa pilottesca, è stata un meraviglioso salto mortale nell’inutilità. Sì, inutilità, perché a mio avviso è del tutto inutile alzarsi in Consiglio Comunale, per porre al Sindaco una serie di questioni che sono, in prima battuta, molto più adatte ad un tavolo di programmazione in maggioranza e, in seconda battuta, ad una discussione che va oltre il rapporto tra consigliere di maggioranza e Sindaco. Mi spiego, Pilotti ha chiesto: 1) la costruzione di un nuovo Tribunale; 2) lo stato dei lavori per la Cittadella della Cultura; 3) situazione del nuovo ospedale.
Ovvero:
Un tema importante, certo, ma in una città che non ha ancora avviato la ricostruzione di uno, dicasi un solo edificio pubblico colpito dal terremoto, la costruzione di un nuovo tribunale non è esattamente tra le priorità. Pilotti lo sa. A meno che, dal suo scranno consiliare gli ultimi tre anni non siano passati invano, sa benissimo quale sia lo stato della non ricostruzione teramana. Perché chiede al Sindaco?
La Cittadella della Cultura, è opera dell’Università. Perché Pilotti chiede al Sindaco?
Il nuovo ospedale, è tema Asl. Perché Pilotti chiede al Sindaco?
Comunque, visto che voglio essere partecipativo non sempre e solo critico, il problema lo risolvo io: facciamo il nuovo ospedale e poi spostiamo il Tribunale a Villa Mosca, al posto del vecchio ospedale. E nell’attuale tribunale una scuola, o una facoltà universitaria, magari una nuova.
Non riesco, invece, a risolvere il problema che Cipolletti, altro consigliere comunale di maggioranza che muove critiche alla maggioranza, ha sollevato con un epocale intervento, del quale mi auguro si voglia offrire la trascrizione allo studio degli studenti. Cipolletti, forse orfano delle epifanie facebook, si profonde in un’interrogazione consiliare sul fondamentale tema dello «Smaltimento dei rifiuti biodegradabili» e, per la precisione di «Sfalci potature e fogliame in genere» raccolti da - udite udite - da …«persone scese dalle frazioni che abitano sobborghi cementificati…». E non pago, di aver disegnato una città fatta di “sobborghi cementificati”, per la felicità del Sindaco che invece progetta di “ricucire le frazioni”, Cipolletti, da buon consigliere di maggioranza, ricorda che “Teramo è una delle città più inquinate d’Italia”.
Capocannoniere assoluto degli autogol.
Inarrivabile.
Un vero talento.
Ogni volta che commenta su facebook o che parla in Consiglio, c’è qualche voto che emigra…
Chissà, forse quel nuovo rimpasto, pardon: quella verifica che il Sindaco ha in animo di fare da mesi, dovrebbe ricomprendere non solo gli assessori, ma anche i consiglieri. Non basta cambiare qualche pedina in Giunta, andrebbe rinnovata anche la platea consiliare.
Lo so, che non si può.
Ma si dovrebbe.
Perché se la maggioranza si mette a fare opposizione, la città si blocca. Si paralizza. Si impunta. Inciampa nelle soluzioni mancate e nelle risposte non date. Prendete, per esempio, il Pef dello Stadio.
L’avvocatura ha riposto, ma è un parere, non un ordine. Né un vincolo assoluto.
La politica può scegliere.
Anzi: la politica deve scegliere.
Ma non può.
Perché se l’assessore Falini è per portarlo all’approvazione, l’assessore Core pone veti.
E tutto si ferma. Per settimane e mesi.
Eppure, era già successo per l’Izs, mentre il “compagno” Speranza aspettava un nome da Teramo, Articolo 1 si impelagava in un dualismo Core - Alessiani che ha portato a Roma due nomi e non uno… e alla fine il ministro ha scelto il terzo.
Non teramano.
Così è per il Pef, impantanato nelle sabbie fangose di una maggioranza, che non riesce ad andare oltre i protagonismi assessorili.
Eppure, Falini e Core sono della stessa maggioranza
E… dello stesso partito. Che poi è anche lo stesso di Lancione, autore di uno dei commenti di peggior gusto mai letti su Fb, nel quale confonde storia e ideologia, per colpire una madre che cercava di affrancare un figlio da un destino di povertà. Ma si sa, Lancione è "communista così", e dimentica forse che la politica è fatta di corsi e ricorsi. È un po' come la donna, che è mobile. Anzi: mobilità.
Intanto, nel pallottoliere del Maggiority Report le palle continuano a girare.
Sempre di più.
ADAMO