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WILLIAMDIMARCOSe ti candidi Sindaco, vuol dire che ami la tua città. E la politica.
Se ti candidi Sindaco e vinci, fai il Sindaco e amministri.
Se ti candidi Sindaco, e perdi, aiuti il Sindaco - da oppositore - ad amministrare meglio.
Se ti candidi Sindaco, e perdi, e te ne vai dopo quattro mesi…. devo scrivere una lettera
E così ha fatto, William Di Marco, già candidato Sindaco a Roseto, sconfitto al ballottaggio…
Ha scritto.
Una lettera.
Leggiamola insieme.

In neretto le lettera, in corsivo il commento. 

Rassegnazione delle dimissioni del consigliere William Di Marco.


L'esperienza politica maturata in questi mesi in seno al Consiglio comunale ha fatto maturare (agli appartenenti al gruppo di Identità Culturale Rosetana e a me personalmente) l'idea che alcuni aspetti trovino poco apprezzamento in ambito amministrativo e all'interno dell'assise civica stessa.


Cominciamo male: due errori, nella lettera di un professore… Il primo, è quel verbo “maturare” usato in doppia nella stessa frase. Il secondo, più grave, è l’uso del singolare per “assise”. Perché “assise”, nell’amatissima lingua patria, esiste solo al plurale.

 

Come fattore fondamentale che emerge è la mancanza di considerazione che si ha della cultura e di come questa vada strutturata a livello organizzativo.


cioè?

Il rimando al passato non significa solo avere un riferimento con le nostre origini e acquisire allo stesso tempo contezza delle nostre radici, ma soprattutto programmare il futuro sociale (della comunità), individuando negli insegnamenti dei patres la strada da percorrere negli anni a venire.


I patres, addirittura?


L'identità di un popolo, di una collettività si costruisce attraverso una serie di tasselli documentali che lasciano traccia di un percorso identificativo che non può essere perso.


Sento odore di frittura. Sì, è frittura. D’aria.



La cultura sembra essere l'ultima delle preoccupazioni di questa Amministrazione, così poco sensibile ai lasciti, abbandonati all'incuria e all'oblio.


Quindi, hanno lasciato i lasciti tralasciandoli...

 

Una città che non pone al centro la parola cultura nella sua realizzazione più completa (che non sono gli eventi in sé, ma la struttura organica della tracciabilità storica, i riferimenti sociali, lo sport, il turismo), corre il rischio di imboccare la strada dell'astrattezza, del vuoto identitario e formativo.


Altra aria fritta, tutto quello scritto fino a questo punto si traduce in: l’amministrazione della quale non faccio parte, perché ho perso al ballottaggio, se ne frega della cultura.


Se a tutto questo si aggiunge la mancanza a Roseto di un teatro, di un cinema, di un centro di aggregazione giovanile, di una pinacoteca, di una sala riunione com'era quella della Villa Comunale, di un'Arena 4 Palme come centro ricreativo e sede di un museo dedicato allo sport, di un teatro all'aperto, di un progetto organico per le Scuole Superiori e di un piano di recupero dei borghi storici e altro ancora, si intuisce che la situazione è drammaticamente preoccupante e programmare da subito dovrebbe essere il primo tassello per non sprofondare nel baratro.


I tasselli aumentano, pur mancando…



Invece la scelta da parte di questa maggioranza di bocciare nel Consiglio del 18 febbraio scorso la mozione sui lasciti e su un progetto logistico articolato fa capire quale sarà il tracciato che si sta per imboccare, il cui declino culturale sembra inevitabile.


Correzione al commento precedente: l’amministrazione della quale non faccio parte, perché ho perso al ballottaggio, se ne frega della mia proposta sulla cultura. PS “il cui” è riferito al tracciato? Ossignur…



Occorre, dunque, un gesto politico forte, molto sofferto come le dimissioni, ma al contempo capace di far riflettere questa Amministrazione, la politica in generale e soprattutto la cittadinanza, che purtroppo guarda sconsolata andare verso la deriva un patrimonio storico, librario e monumentale di prima grandezza.


Traduzione: se mi dimetto io, daje a legge tutti insieme…



Questa maggioranza, sin dalle prime scelte, ha dimostrato di chiudersi a riccio, di non voler collaborare con le altre forze politiche, sociali e imprenditoriali (vedasi come è nata l'imposta di soggiorno, senza confronto con le parti in causa) e la tanto decantata condivisione è risultata una parola senza senso. Che possano, invece, queste dimissioni (come riportato in oggetto) far cambiare rotta a una politica che per il momento ha espresso in seno alla maggioranza molte contraddizioni, di cose promesse durante le passate consiliature e che oggi sono diventate l'opposto di ciò che si è dichiarato.


Traduzione, se mi dimetto io, daje a riflette tutti insieme…



Identità Culturale Rosetana è nata con uno scopo ben preciso che è facilmente individuabile nel nome. Continueremo a fare politica di tipo sociale, ci occuperemo sempre con più forza della cultura e della microstoria dei luoghi, ci impegneremo nella formazione di tutte quelle persone che oggi sono molto distanti dalla politica perché la considerano incoerente e piena di contraddizioni; saremo sempre logici e consequenziali nelle scelte che faremo. Le dimissioni sono un gesto di discontinuità per far capire meglio la nostra diversità e la nostra voglia di metterci sempre in discussione.


Frittura imperiale d’aria con contorno di fuffa assortita



Pertanto vista l'intenzione del gruppo e mia di dare un segnale di valenza inequivocabilmente politica, rassegno le dimissioni a partire dalla data odierna come Consigliere comunale e ovviamente capogruppo di Identità Culturale Rosetana.


Traduzione: per dare un segnale politico, smetto di fare politica…



Augurando a tutto il Consiglio, all'Amministrazione, al Sindaco e al Presidente del Consiglio un cambio di marcia e un ripensamento su delle scelte già fatte, porgo cordialità nei saluti.


“…su delle scelte già fatte”… ossignur bis

 

 

ADAMO

La foglia di fico è una rubrica di satira, di politica, di politica satirica e di satira politica