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ErbasciUna montagna… di accuse. 

E controaccuse.

E rinfacci. 

E rinfacci dei rinfacci. 

E confusione.

Una montagna di confusione.

Che ha partorito una sola certezza: ai Prati... pardon: ai Pianti di Tivo si potrà sciare solo… senza neve.

No, non è un paradosso, ma l’unica conclusione distillabile dall’incontro tenutosi stasera in Provincia.

Eppure c’erano tutti. 

Ma tutti tutti.

INCONTROPRATI

Ognuno con la sua verità, ma tante verità non ne fanno una valida per tutti. Anzi: fanno solo confusione.

Una montagna di confusione.

Andiamo per ordine.

Apre i lavori il padrone di casa, il Presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, che sfodera un “Se qualcuno dice che la situazione dei Prati è colpa mia, mi dimetto subito”, poi fa mea culpa su tutte le cose non fatte, pur richiamando tutti alle rispettive inadempienze. 

Poi tocca al liquidatore della Gran Sasso, che elenca i problemi, cominciando dal mistero delle bollette elettriche, che nell’estate 2020 con impianti in funzione, hanno preteso 7 mila euro al mese, mentre nell’estate 2021, con gli impianti chiusi, hanno preteso 11 mila euro a giugno, 27 mila a luglio e 34 mila ad agosto. Due le possibilità: o c’è un madornale errore, oppure qualcuno ha abusivamente attaccato l’esperimento Borexino dei laboratori di fisica nucleare, al contatore della cabinovia.

Nell’attesa di scoprirlo, bollette bloccate, gestite cambiato, ma intanto l’accordo con l’Asbuc è fatto, la concessione 6 mesi + 6 mesi è firmata. Se non si apre è colpa del gestore.

Il gestore, Marco Finori, non ci sta a prendersi la colpa: “non possiamo aprire, perché mancano le autorizzazioni” e poi inanella una serie di acronimi come PISTE, PIDAV, che hanno a che fare col rischio valanghe, e poi rivela che il “Coreneva ha ritirato il certificato di incolumità” perché il rischio valanghe si è esteso ad altre porzioni del territorio. Se non si apre, è colpa degli Obelix e delle reti antivalanghe, che sono state montate al contrario.

Ma la Provincia, che degli Obelix è responsabile, non ci sta a prendersi la colpa. “I nove intatti li abbiamo già riposizionati, e i Tre distrutti da una valanga li abbiamo ricomprati, li sistemeremo non appena avremo identificato il posto adatto”. 

Se non si apre è colpa …già, di chi è colpa? 

La domanda la pongono gli operatori,  le uniche vittime sicure, di questa pantomima tragica con troppi carnefici. Erminio Di Lodovico, Antonio Riccioni, Linda Montauti, Luca Mazzoleni e altri, stanchi delle pastoie burocratico/cavillose, ripetono come un mantra la stessa domanda: “in estate aprirete gli impianti?”

E una risposta arriva.

Chiara.

Netta.

“Sì, in estate sì”

Il resto, è bagarre, con l’Asbuc che pretende una risposta, la Gst che insulta l’Asbuc, che a sua volta attacca tutti gli enti, Regione compresa, e la Regione che minaccia di andare in Procura (GUARDA IL FILMATO)

Insomma, il solito teatrino confuso, confusionario e confondente che, come giustamente ricorda Erminio Di Lodovico: “Da cinque anni ascoltiamo sempre identico”.

Ci si lascia con gli operatori che se ne vanno, (ASCOLTA I COMMENTI) mentre Di Bonaventura invita le istituzioni a restare, perché in extremis si è scoperto che, pur senza gli acronimi che citava Finori, forse si possono aprire Pilone e Quadriposto anche… con la neve!

Ma ci pensate? 

Un impianto sciistico che apre con la neve?

Un impianto di risalita …che porta gente con gli sci? 

Roba da settimana bianca.

Come quella che sta facendo il Sindaco di Pietracamela.

Altrove.

Lontano.

Tra montagne che “funzionano”

Per questo, stasera, non c’era. 

ADAMO