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PiccionecastratoQuando ho cominciato a leggere i fumetti, costruendomi un mio immaginario fatto di nuvole parlanti, in quell’immaginario c’era sempre una Acme, una ditta che produceva qualsiasi cosa. Dai missili alle saponette, dal cibo ai divani. 

C’era sempre una Acme. 

Era anche il fornitore ufficiale delle armi di Wile Coyote contro Beep Beep.

Tutto quello che usava il frustrato Coyote, per catturare l’antipatico Road runner, era prodotto della Acme.

Per questo, pensavo che non esistesse.

Coyote

Che fosse solo un’invenzione da fumettista. 

Invece, esiste. 

Eccome.

E non rifornisce solo Wile Coyote, ma anche il Comune di Teramo, e anche in questo caso per la lotta ad un pennuto, solo che il nostro non corre, ma vola.

Il piccione.

L’odiato “cacatutto” che sporca imbratta monumenti e parabrezza, sgombra i bar di piazza dai residui degli aperitivi, occupa i padiglioni del cimitero e porta, notoriamente, malattie.

È’ proprio alla Acme, infatti, che il Comune di Teramo ha liquidato due fatture, per un totale che supera i settemilacinquecento euro. 

E adesso, prima che pensiate che Gianguido D’Alberto si apposti sopra una collina, con qualche missile antipiccione, o che il prode Valdo Di Bonaventura, lasciati i cigni al loro laghetto, vada a caccia dei colombi con una clava a molla, vi racconto come noi cittadini abbiamo speso quei settemilacinquecento euro.

Ovviamente, la Acme (che non è quella dei fumetti ma una azienda vera, di Reggio Emilia (e immagino che i proprietari abbiano un certo gusto ironico, vista la scelta del nome) non ci ha fornito strani scatoloni con curiosi marchingegni, ma un mangime antifecondativo per piccioni, al costo di quattromilacentottanta euro. Si tratta, mi par di capire, di un mangime che sfama e castra i piccioni, che perdono la loro capacità di riprodursi. Non sono però riuscito a trovare, nella determin di pagamento, la quantità di mangime acquistato. Quanto ne abbiamo preso con uattromilacentottanta euro?

A quanto sta al chilo?

E non solo.

Siccome il mangime non lo puoi spargere in piazza, come a Venezia, abbiamo comprato dalla stessa Acme anche due distributori, per la modica cifra di tremilatrecentocinquantacinque euro. 

In tutto, come detto, settemilacinquecento euro.

Spesa grazie alla quale i piccioni sono finalmente spariti.

Come dite? 

Non sono spariti?

Ci sono ancora?

Come prima?

E anche i topi, per i quali abbiamo pagato tremilaseicentoquarantasette euro alla Sochil, per una nuova derattizzazione?

Chissà, forse davvero ci vuole Wile Coyote.

Nell’attesa che arrivi, mi chiedo: ma tutti i movimenti animalisti, quelli che si battevano per la difesa delle “colonie feline” all’ex manicomio, sono felici della castrazione chimica dei piccioni e dello sterminio dei topi?

Come funziona… ditemi: se non sono teneri non meritano difesa?

ADAMO