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TOMBALIRIS

Qualcuno lo definirebbe “culto della personalità”, ma perché si configuri la fattispecie psico-sociale, sono necessarie due condizioni: che esista una “personalità” da celebrare e, soprattutto, un popolo che la celebri.

Nel caso di Guido Quintino Liris, assessore della Regione Abruzzo, con deleghe a:

  • Bilancio
  • Aree interne e del cratere
  • Programmazione Restart
  • Sport e impiantistica sportiva
  • Ragioneria
  • Patrimonio
  • Erp
  • Informatica
  • Sistemi territoriali della conoscenza
  • Personale
  • Controllo di gestione enti strumentali e società partecipate

non mi è parso di scorgere alcuna delle due condizioni, visto che la personalità se la celebra da solo e il popolo, cioè noi, appare solo come involontario sponsor delle celebrazioni, dal momento che sono finanziate dalle nostre tasse.

Andiamo ai fatti: ieri, nella giornata dedicata alla memoria della scossa che, in un attimo, cancelló dall’anagrafe regionale 309 persone, l’assessore alle “aree interne e del cratere”ha deciso di organizzare una suggestiva rievocazione.

Ha invitato Alberto Tomba.

Sì, proprio quell’Alberto Tomba, quello che gigioneggiava sulle piste da sci, portando all’Italia onori e successi.

Lui, Alberto Tomba.

Ma che c’entra con il 6 aprile?

A parte una involontaria, ma vagamente agghiacciante coincidenza tra il cognome dell’atleta e la memoria di dolore di questa nostra terra, che mi provoca un guizzo di sarcasmo amaro e mi crea una fastidiosa stortura a filo d’anima, pari a quella che avvertii quando ai Prati, per segnare la ripartenza post-sisma, si organizzó un concerto delle… Vibrazioni, vi confesso che il senso della presenza di Tomba, il 6 aprile, non l’ho compreso.

O quasi.

Perché poi, ho visto le immagini del convegno “io non ci casco”. 

Che cos’è?

Ve lo faccio raccontare dal comunicato ufficiale della Regione:

“Un evento dedicato alla sicurezza in montagna in una giornata molto significativa, riservata al ricordo delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009, con un ospite d’eccezione come Alberto Tomba, campione di sci, uno dei più grandi atleti della storia dello sport italiano. Una presenza fortemente voluta dall’assessore al bilancio, Aree interne e sport, Guido Quintino Liris”

Visto? Una presenza fortemente voluta. 

Fortemente al punto che - e qui siamo al culto della personalità - nell’ampio retroschiena stile sala stampa, utilizzato per foto e interviste, non compare il logo della Regione Abruzzo, ma il suo, quello di Guido Quintino Liris.

Lo stesso logo che campeggia sul suo sito personale, stampato sul pannello in posizione strategica per “entrare” negli scatti e nelle interviste, e ripetuto a varie altezze, proprio come si fa con le “marche” negli eventi sportivi. 

Perché in fondo, credo sia quello lo scopo, celebrare quel marchio. Solo che, nello sport, il marchio lo si celebra perché “caccia i soldi”, mentre in questo caso, a meno che Liris non abbia messo mano alle proprie personali risorse, i soldi li abbiamo “cacciati” noi.

Eppure, non c’è scritto grande e grosso “Regione Abruzzo”, ma c’è il logo di Liris.

E anche nel “ricordino” donato al prestigioso ospite, ovvero “una piccola scultura lignea rappresentante il Corno Grande del massiccio del Gran Sasso”, alla fine della dedica “Sei parte della nostra terra, sei forte come le montagne d’Abruzzo” non leggo la scritta Regione Abruzzo, oppure magari “gli abruzzesi”, ma sempre lui “Guido Quintino Liris”.

Non chiederò, chi l'abbia pagata, quella pregevole opera lignea. Né perché sia stata scelta, in una regione che vanta una millenaria tradizione di arte dell' artigianato della ceramica, del ferro, del cuoio, dell'oro anche...ma sul legno intagliato, confesso, mi sfugge..

Riesco però appena ad immaginare l’emozione di Alberto Tomba, nel dover sistemare la firma di Liris tra le 5 medaglie olimpiche, le 9 coppe di cristallo e le 4 medaglie dei mondiali, per non dimenticare mai il giorno in cui venne premiato in Abruzzo nientepopodimenoche da Guido Quintino Liris.

Se questa, nella visione dell’assessore alle aree del cratere, era la degna celebrazione del terremoto del 6 aprile 2009, immagino che per quello del 24 agosto 2016 si stia già organizzando qualcosa di identico livello… provo ad immaginare: verranno gli Abbagnale con Peppiniello di Capua?

Ho indovinato, assesso’?

ADAMO