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GIANGUIDODISPERATONessun rimpasto, ma solo un rimischione. Il Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, dal quale ci si attendeva un rimpasto di Giunta, con la sostituzione di due assessori, identificati in Andrea Core e Maurizio Verna, ha deciso di non cambiare squadra, ma modulo… per dirla alla calcistica.

Nella riunione di maggioranza, che precede il Consiglio di domani, il Primo Cittadino ha infatti annunciato un cambio di deleghe.

Cioè: restano tutti, ma cambiano ruoli. 

Chi e come, non si sa. O meglio: il Sindoco lo sa, probabilmente, ma è possibile che voglia confrontarsi con la sua maggioranza, o magari con gli stessi assessori, operazione questa che  - coi tempi dalbertiani - potrebbe richiedere anche mesi.

Ma i mesi, nel senso della scadenza programmata, sono l’unica cosa certa del governo cittadino attuale, visto che tra un anno e un mese si vota.

E proprio in questo senso, la domanda che “sorge spontanea” è: a che serve?

Cioè: a tredici mesi dalla scadenza, che senso ha cambiare “solo” le deleghe?

Se cambio deve essere, si cambi col coraggio di far cadere qualche testa. Ma se quel coraggio non c’è, il cambio di deleghe non serve a nulla.

Anzi: assume il valore esplicito di una gattopardata di fine legislatura, un cambiare tutto per non cambiare niente, o magari un tentativo di fare ammuina politica, con gli assessori che stanno lì che vanno là e quelli che stanno là che vanno lì.

Una Gianguipardata, insomma, che rischia di restare fine a sè stessa, perché lo sanno tutti che, se cambi l’ordine degli addendi.. il risultato non cambia.

 

ADAMO