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GgasiloxMi dispiace, ma non è vero. Questa volta sono totalmente in disaccordo con il Sole 24 Ore. 

Di solito apprezzo le loro classifiche, anzi: ne faccio oggetto di approfondimento e di interesse, ma questa volta no.

Questa volta non ci credo.

Non è vero che un bambino a Teramo vive male. Addirittura peggio che nel resto d’Abruzzo.

E che non è felice.

Non è vero.

E lo dico, prove alla mano.

Posso dimostrarlo.

Con un caso specifico.

Che smentirà clamorosamente il quotidiano giallo.

Un caso del quale, ovviamente, non posso fare i nomi, limitandomi a pubblicare la foto.

Eccola.

Bimbox

Questo è un bambino teramano, fotografato all’asilo all’atto di affrontare un piatto di farfalle al pesto. Le farfalle sono un cibo metaforico, vengono servite ai nostri bambini, per insegnare loro che è meglio mangiarle che inseguirle. 

Torniamo al bambino della foto: vi sembra infelice?

Più infelice di un pescarese, di un aquilano e di un chietino?

Ma per favore!

Questa è l’immagine stessa di un bambino felice.

Non ci credete?

Vi racconto la sua giornata tipo.

Al mattino, va all’asilo, dove trova tutti i suoi compagnetti e, come testimonia questa foto, fa un gioco che si chiama “maggioranza”.

MaggioraxFunziona così: tutti i bambini propongono una cosa da disegnare, poi ne parlano per una mezz’oretta e alla fine… non si disegna niente. Poi c’è un bambino che insulta i giornaletti, ma nessuno lo ascolta, poi c’è un bambino che dice che i giardinetti sono sporchi e tutti dicono che è vero, poi un altro dice che non può andare in bicicletta perché le buche sono troppe, e tutti dicono che lo sanno, poi uno dice che vuole disegnare una pista per i monopattini intorno all'asilo e tutti sbuffano. Alla fine, arriva l’amico del cuore del Nostro che invita tutti alla sua festa, che si farà al parco fluviale. E tutti sono contenti.

Poi si fa merenda.

Dopo la merenda, un altro gioco, che si chiama “Giunta”. Ecco la foto.

Giuntax In questo gioco, non parla nessuno. Solo il Nostro, dice a tutti che devono cambiare posto e, ogni tanto, dice che per penitenza qualcuno dovrà andarsene dal gioco, perché sarà sostituito. Poi, peró non succede, perché il vero scopo del gioco è non cambiare niente. Una volta si chiamava “Belle statuine”, ma si sa i nomi cambiamo. Pensate a palla prigioniera, il gioco nel quale devi prendere a pallonate qualcuno, oggi si chiama “Pef”.

Dopo il gioco della “Giunta”, c’è il pranzo. Poi una piccola pennichella e, nel pomeriggio, si gioca alle costruzioni, pardon: alle ricostruzioni, con un tipo di mattoncini Lego molto particolari: non hanno i dentini, quindi si passano ore a capire come attaccarli, ma poi non si ricostruisce niente.

Intanto, s’è fatta l’ora di tornare a casa.

E poi, a sera, c'è sempre un cinema, una festa, un teatrino, un qualcosa da fare e, soprattutto tante, tantissime foto da farsi scattare.

Ai bambini di una volta, si coltivava l'immaginario. Oggi, basta l'immagine.

Dite la verità, vi sembra la vita di un bambino infelice?

ADAMO