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Io ne ho viste cose, che voi umani… non potreste immaginare

ho visto tagliare nastri per asili, scuole, palazzi, strade, centri commerciali, asfalti, parchi gioco e piscine… ma mai, confesso mai e ribadisco: MAI avevo visto tagliare un nastro ad un funerale.
L’ho visto oggi.
E c’è tanto di foto che rende eterno questo momento.
E’ la foto del Sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, fasciato in tricolore d’ordinanza, che taglia il nastro della discarica La Torre.
Anzi: all’avvio della fase finale di una storia troppo lunga e troppo brutta.
La discarica la Torre non è un nuovo progetto.
E’ una ferita aperta sul territorio.
E’ la voce “percolato” che ha pesato per anni sulle tasche di tutti noi (e non è finita, visto che negli atti del Comune leggo: “nonostante siano passati oltre dieci anni dalla inattività della discarica il
percolato prodotto dal corpo rifiuti è ancora consistente”);
E’ il ricordo di una montagna di rifiuti crollata in un laghetto.
E’ l'evidenza di un’occasione mancata e di un’opportunità sprecata.
Non c’è niente da inaugurare.
Abbiamo speso, noi tutti, milioni su milioni per gestirla e per “tombarla”.
Adesso, grazie al Masterplan, ne spenderemo altri per coprirla di alberelli.

Una verde sepoltura, un cerottone fogliato su una ferita aperta.
E questo merita un taglio del nastro, con tanto di fascia tricolore?

Quello di oggi, non è un evento.

E' un funerale.

Il primo, con inaugurazione in fascia tricolore.
Perché è questo che è successo.
Ed è questo che ho visto.
E non l’avevo visto mai.

ADAMO