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Mea culpa. Mea culpa. Mea maxima culpa.
Qualche mese fa, incuriosito da un manifesto, avevo cercato notizie sul web e, intuendo che si trattasse di una sorta di celebrazione della teramanità, avevo scritto bene di Extramuros.
Ne avevo apprezzato il culto della territorialità, il fatto che si trattasse di una specie di tributo dedicato a chi, partito da Teramo, era andato altrove per lavoro, per studio o per arte e, ovunque fosse andato, aveva portato la bandiera della sua teramanità.
Mi piaceva.
Mi sembrava una bella idea.
Non sapevo che ci sarebbe costata 40mila euro.
Non pensavo che anche Extramuros, sarebbe rientrata in quella sorta di pulsione alla spesa che sembra aver contagiato gli assessori teramani, visto che non passa settimana senza che parta una qualche nuova costosa iniziativa.
E sempre con lo stessa caratteristica: sono soldi che vanno fuori Teramo.
Quindicimila a Parma per il “Cibus”
Settantremila a Roma per le “Virtù estive”
Centonovemila a Torino per il “brand Teramo capoluogo”
Trentottomila a Milano per il “Promo Teramo 2022”
E adesso, grazie all’assessore Core, questi quarantamila, che vanno all’associazione culturale Blow Art, che opera a Rocca Canterano, che è “un Comune Italiano di 174 abitanti”.
Non conosco l’associazione Blow Art e, probabilmente per mia incapacità, non sono riuscito a trovare neanche una traccia della sua attività. Ma, in fondo, questo è un dettaglio marginale, perché quello che rende unico ai limiti del paradosso questo ennesimo affidamento del Comune di Teramo, è lo scopo dell’iniziativa: “… favorire e promuovere lo sviluppo di un sistema di relazioni e di interscambio tra Teramo ed i Teramani che vivono fuori dalle mura, tra le realtà in cui hanno trovato una dimensione e la loro città natale, con il fine di arricchire quest’ultima attraverso il patrimonio delle loro esperienze”.
E per “favorire l’interscambio tra Teramo e i Teramani”… paghiamo giustamente un’associazione romana.
Non fa una grinza.
Già, ma la paghiamo per fare cosa?
Che cosa sarà questa Extramuros, alla quale il Comune partecipa con metà del costo, visto che secondo il progetto la spesa totale sarà di 80 mila?
Ve lo dico subito.
Il programma prevede
1 - «la rassegna di quattro film: “Hair”; “Jesus Christ Superstar”; “Quadrhopenia” e “Il fantasma del palcoscenico”». Che, come tutti sanno, sono film di chiarissima ambientazione teramana, girati a Teramo e interpretati da attori teramani. Direi, però, che siamo lontani da quegli 80mila euro di costi, 40 mila dei quali pagati da noi.
2- « momenti di riflessione e di narrazione di esperienze aventi, quali tematiche, la comunità e la città; il lavoro; la dimensione artistica e culturale, con la partecipazione di operatori culturali di alto profilo che, partendo da Teramo città di origine, hanno trovato successo professionale in altre città italiane e/o all’estero». Cioè, per far tornare teramani a raccontarsi a Teramo, c’era bisogno di un’associazione romana? E come si arriva ad 80mila euro di costi, 40 mila dei quali pagati da noi?
3 - «“Io racconto”, costituito da 6 incontri, con operatori culturali teramani, sulla Teramo archeologica, la Teramo della cronaca cittadina, la Teramo dell’informazione, la Teramo dell’industrializzazione degli anni ’60, la Teramo del Premio Teramo, ecc.». In questo caso, non si tratta neanche di teramani di ritorno, sono teramani di Teramo che parlano di Teramo ai teramani. Come si arriva ad 80mila euro di costi, 40 mila dei quali pagati da noi ?
4 - «Guida intergalattica fra le antiche “ville” teramane con un Virgilio d’eccezione che guiderà nel tour per raccontare Teramo prima di Teramo; in particolare, previa prenotazione, si effettuerà il “viaggio”, con un pulmino della scuola, nelle frazioni con uno “storico” e un architetto che offriranno una visione prospettica e prospettiva». Nell’attesa di vederla, questa guida intergalattica su uno scuolabus… continuo a chiedermi come si arrivi ad 80mila euro di costi 40 mila dei quali pagati da noi.
5 - «una mostra espositiva e performativa presso L’Arca e una mostra presso la Biblioteca Delfico, che avranno, come loro caratteristica, quella di favorire un coinvolgimento attivo del pubblico attraverso cinque artisti, operanti a livello nazionale e internazionale, che faranno riflettere, in particolare, sulle relazioni tra umanesimo e scienza, sulla città che non si vede ma che c’è e sui mondi da ricostruire in questo particolare momento storico». Umanesimo e scienza sono esattamente gli argomenti più adatti, in una iniziativa che si propone di - rileggo - “..favorire e promuovere lo sviluppo di un sistema di relazioni e di interscambio tra Teramo ed i Teramani che vivono fuori dalle mura..”. Continuo a chiedermi come si arrivi ad 80mila euro di costi 40 mila dei quali pagati da noi.
E mi chiedo anche, visto che sto di vena, come sia stato possibile stampare sui manifesti il logo del Comune a maggio del 2022, se l’associazione ha chiesto il patrocinio solo l’8 luglio?
E ancora, visto che su questa iniziativa si è dato molto da fare il consigliere Luca Pilotti, tanto che, commentando il mio articolo, mi scrisse «Tieni d’occhio la pagina Facebook Extramuros, potrai cogliere altro spunto su altra operazione che lancerò lì senza dirla. Ma posso dirti che dopo tre anni di fatica e lavoro silenzioso è quasi fatta»… quali sono i rapporti tra Luca Pilotti e l’associazione Blow Art di Rocca Canterano? Perché paghiamo un’associazione romana, se un consigliere comunale riferisce di aver lavorato per tre anni per la riuscita di questa iniziativa?
Ma soprattutto: in che modo il lavoro triennale di un consigliere finisce ...extramuros su un progetto di un'associazione romana, presentato cinque mesi dopo?
Nell’attesa delle risposte - che come sempre non avrò - preannuncio fin da ora accesso agli atti per ottenere la rendicontazione puntuale degli 80mila euro, quarantamila dei quali pagati da noi.
Perché pretendo di sapere che fine facciano i soldi della mia città.
Specie se se ne vanno…extramuros.

ADAMO