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La prima, forse unica cosa che ho capito di Extramuros, partecipando, come avevo promesso, in religioso silenzio alla iper-annunciata conferenza stampa di lancio dell’iniziativa, è che… non ho capito cosa sia Extramuros.
Anche le mie (pochissime) certezze, e cioè che si trattasse di una manifestazione che vuole riportare a Teramo i teramani partiti per lavoro, per arte o per scelta, e offrirli al confronto coi teramani rimasti, si sono frantumate, o meglio: si sono perdute in una nuvola di troppe parole, che hanno ammantato tutta l’iniziativa di una nebbia fuffosa, ai limiti dell’inconsistente indefinito.
E, ovviamente, tutte le mie domande… non hanno trovato risposta.
Anzi: semmai i miei dubbi si sono ulteriormente rafforzati, visto che nei vari passaggi della conferenza stampa, si è ulteriormente complicata la storia della genesi di questa iniziativa.
Provo a riassumere quello che hanno detto:
questo è un progetto fortemente voluto dal Comune, al quale il consigliere comunale Pilotti, che ne è l’ideatore, lavora da tempo, così come Pina Manente (che ne sa talmente tanto dall’aver parlato per 18 minuti in una conferenza di 39) e nel quale il Comune crede tantissimo.
Bene.
Ma non è un progetto del Comune.
E’ il progetto di un’associazione culturale PRIVATA, la Blowart, che l’ha proposto al Comune a luglio e ha ottenuto patrocinio e finanziamento ad agosto.
Rinnovo le domande:
- come fa il progetto di un consigliere comunale e di una giornalista che è anche addetta stampa della Provincia, a diventare il progetto di un privato?


- perché il Comune, se ci credeva così tanto, non l’ha organizzato in proprio, magari con una gara per individuare la società in grado di gestirne la fase operativa?


- come, quando e perché la blowart diventa proprietaria e proponente dell’idea di un consigliere comunale?


- come è possibile che un progetto presentato a luglio e approvato ad agosto, fosse già pubblicizzato a marzo, con i manifesti 6x3 in via Po, con tanto di logo del Comune, senza alcuna delibera che ne concedesse l’uso?


- che rapporti ci sono tra Luca Pilotti (consigliere comunale) e Pina Manente (dipendente pubblico) e l’associazione culturale privata Blowart? 


- qual è il curriculum della Blowart? 


- chi sono i soci della Blowart?

 

Ma la vera chicca, è quella dello sponsor.
I quarantamila euro del Comune, infatti, sono una compartecipazione al 50%, ergo l’associazione blowart deve metterne altri 40mila.
Dove li prende?
Da uno sponsor: la Edil Italy, una piccola impresa edile di Teramo.
Adesso, leggete questa storia.
Quando ho visto il logo sui manifesti, ho chiamato il titolare e legale rappresentante della Edil Italy, Max Bagnarelli (ragazzo serissimo, del quale ho avuto modo di apprezzare la professionalità) il quale ha smentito di aver mai avuto contatti con gli organizzatori di Extramuros.
E l’ho scritto.
Il giorno dopo, ho ricevuto una chiamata da una tale Antonella Di Pancrazio la quale, presentandosi come madre del titolare della Edil Italy, ha detto di voler versare 40mila euro per Extramuros, in nome e per conto dell’azienda del figlio del quale, però, non aveva il numero di telefono personale, tanto da chiederlo a me.
Non sta a me entrare nelle dinamiche familiari, né investigare i rapporti tra madre e figlio, mi sono quindi limitato a spiegare alla signora che i soldi della sponsorizzazione della Edil Italy sarebbero dovuti uscire dal conto della società, e che sembrava stano che la società non ne sapesse nulla.
La signora, a quel punto, ha detto che mi avrebbe inviato la prova della sua titolarità ad operare in nome e per conto della ditta del figlio.
Ma non ho ricevuto nulla.
Il giorno dopo, mi ha telefonato per fissare un appuntamento, perché preferiva “mostrarmi di persona le prove”.
Ma non si è presentata.
Ieri, alla fine della conferenza stampa, mi si è avvicinata e mi ha detto: «Ho risolto, farò una donazione alla ditta di mio figlio, che poi provvederà alla sponsorizzazione».
Dal che, mi pare chiaro, si deduce che nel momento della stampa del logo della Edil Italy sui manifesti e, ovviamente, della presentazione del piano economico da 80 mila euro, di cui 40 mila garantiti da un privato, quel privato non aveva ancora garantito nulla.


Riassunto finale.
Extramuros è una iniziativa che non ho capito, alla quale hanno lavorato a lungo almeno due persone con chiari ruoli pubblici, ma poi presentata da un privato, che è stata pubblicizzata prima di esistere, con un logo del Comune mai concesso e finanziata dal Comune con una somma pari a quella garantita da un privato che, in realtà, non l’aveva ancora garantita.
Ho sbagliato qualcosa?

Chiudo, con una battuta che Pina Manente ha dedicato a Sindaco e assessore, chiudendo uno dei suoi pistolotti: «…forse l’abbiamo spiegata meglio anche a loro e sono più rassicurati».
Loro forse sì, io per niente.
Anzi.

ADAMO

Per chi volesse tentare di farsi un’idea propria della manifestazione: QUI TROVERETE la registrazione integrale della conferenza stampa, realizzata dalla webtv R+