• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

ANNUX.jpg
Il forno crematorio di Teramo è entrato in funzione.

Ma come - starete pensando - se ancora non l’hanno costruito, come fa a funzionare?

E’ vero: non l’hanno costruito, eppure funziona… infatti ha appena incenerito un capitolo intero della propaganda dalbertiana e ha prodotto fumo, tanto fumo. Negli occhi dei cittadini.
Andiamo per ordine.
E’ il 14 giugno del 2022 e il Sindaco D’Alberto annuncia - con l’immancabile corollario di interviste tv - che: «L’amministrazione comunale di Teramo ha dato il via libera al finanziamento di 2,4 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di cremazione nel proprio territorio. L’impianto verrà costruito in un’area limitrofa al cimitero di Cartecchio. La struttura progettata dalla Team, Società in house del Comune teramano, su incarico dell’amministrazione comunale, sarà la prima in Abruzzo. La pratica per ottenere il finanziamento, è stata inoltrata all’Istituto di credito selezionato dalla Società Team».
Avete letto? «…la pratica per ottenere il finanziamento, è stata inoltrata all’Istituto di credito selezionato dalla Società Team…».
Non era vero.
Non solo la pratica non era stata inoltrata, ma quel finanziamento non era stato neanche richiesto, visto che la TeAm solo l’8 settembre avvierà la «…procedura per selezionare un operatore finanziario con cui stipulare un contratto di mutuo o di leasing o altro contratto equivalente, destinato al finanziamento di investimenti».
Si tratta, di fatto, di una richiesta di manifestazioni di interesse da parte delle banche tra le quali, poi, si selezionerà quella alla quale inviare la richiesta di mutuo.
Perché di un mutuo si tratta.
Da 2.878.243,46, che la TeAm, cioè noi, dovrà restituire in 15 anni.
Cioè, facendo i conti alla buona, tenendo come riferimento un tasso di interesse medio, significa che la Teramo Ambiente si ritroverà a pagare per 15 anni una rata mensile che si aggirerà sui 20mila euro. 
Eppure, quando si cominciò a parlare di un forno crematorio a Teramo, cioè nel 2009, quei soldi non c’erano. Nel senso che non c’era neanche la previsione del mutuo, viso che il Pef del cimitero prevedeva che l’impianto si sarebbe dovuto finanziare con i profitti derivanti dalla vendita dell’ampliamento cimiteriale, ovvero con la costruzione, da progetto, di circa 6.700 loculi, 60 cappelle porticate, 500 ossarietti, e proprio dalla vendita su pianta di tutti questi nuovi spazi si sarebbe dato avvio alle relative opere edilizie e, parallelamente, alla costruzione dell’impianto di cremazione.
E poi?
E poi…anni di ritardi, di rinvii, di tempo sprecato (l’amministratore delegato di TeAm Luca Ranalli arrivò addirittura ad intimare al Comune il rilascio dei permessi, con due distinti esposti inviati alla Procura della Repubblica, alla Corte dei conti e all’Autorità anticorruzione, contestando «…l’inerzia ingiustificata sul rilascio delle autorizzazioni»…). Un tempo perduto che, mai come in questo caso, significa denaro - e tanto - perduto, visto che un forno crematorio è una sicura fonte di reddito, visto che in Abruzzo non ne esiste neanche uno, e anche di possibile creazione di nuovi posti di lavoro.
Sono passati 13 anni, da quando a Teramo si è ipotizzata la creazione di un forno crematorio. Nel 2009, in Italia c’erano 39 impianti, oggi sono 89.
Noi, siamo alla ricerca di un mutuo.
Un mutuo, che a giugno non esisteva, ma il Sindaco annunciava: «Un primo ok sostanziale c’è già stato anche se la società che gestirà l’intervento è in attesa della conferma definitiva dell’assegnazione dello stanziamento richiesto. Una volta incassato l’avallo da parte della banca, i lavori potranno partire senza ulteriori adempimenti…»
Un primo ok? Da chi?
Conferma definitiva?
Avallo della banca?
Il forno crematorio di Teramo è già entrato in funzione: ha incenerito la propaganda.

ADAMO